venerdì 24 novembre 2017

“I killer del cuore sono i carboidrati”. Non i grassi

31 Ottobre 2017 - I veri killer del cuore sono i carboidrati, non i grassi. A confermarlo lo studio PURE realizzato dai ricercatori dell’Università di Hamilton, Ontario, e presentato al congresso europeo di cardiologia, a Barcellona. Secondo gli esperti una dieta ricca di glucidi sarebbe associata ad un maggior rischio di mortalità. Al contrario i grassi, sia quelli saturi che insaturi, sarebbero associati ad un pericolo più basso.

PURE ( Prospective Urban Rural Epidemiology) è una ricerca che è stata condotta per 12 anni su oltre 154mila persone fra i 35 e i 70 anni, provenienti da 18 paesi con redditi differenti. Si tratta di uno degli studi più ampi sul tema e i suoi risultati sono stati pubblicati in questi giorni su Lancet.

Secondo i ricercatori la riduzione dei grassi non migliorerebbe affatto la salute del cuore. I migliori vantaggi invece si otterrebbero limitando del 60% i glucidi, ossia i carboidrati, e aumentando i grassi del 35%. In caso contrario il rischio di mortalità cardiovascolare sarebbe maggiore. Non solo: in base alle analisi effettuate inserire i grassi nella propria dieta farebbe bene al cuore. Coloro che ne consumano molti avrebbero una diminuzione del 23% del rischio di morte.

“Limitare l’assunzione di grassi non migliora la salute delle persone – ha spiegato Mahshid Dehghan, ricercatrice del Population Health Research Institute della McMaster University -, che invece potrebbero trarre benefici se venisse ridotto l’apporto dei carboidrati al di sotto del 60 per cento dell’energia totale, e aumentando l’assunzione di grassi totali fino al 35 per cento”.

Per decenni le linee guida nutrizionali hanno puntato l’attenzione sulla riduzione dei grassi totali e sugli acidi grassi saturi – hanno spiegato gli autori dello studio -, partendo dal presupposto che sostituire questi ultimi con carboidrati e grassi insaturi avrebbe abbassato il colesterolo LDL, riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari, ma questo approccio si basa su dati relativi a popolazioni occidentali, nelle quali l’eccesso di cibo è una realtà ben nota”.

giovedì 9 marzo 2017

Considerazioni sul Mineralogramma e la terapia ortomolecolare di riequilibrio

Durata

In genere si seguono 6 mesi di terapia durante i quali si effettuano due test, il secondo dopo i primi tre mesi di trattamento. Qualora venga evidenziata la presenza elevata di metalli tossici e/o un consistente disequilibrio di alcuni minerali, in particolare del Ca, Mg, Na, K, oppure vi siano rapporti o quadri molto scompensati, possono anche essere necessari 9 mesi o 1 anno di terapia integrativa, adeguandola, insieme allo Schema Nutrizionale, alla luce dei nuovi parametri evidenziati  dall’ analisi ripetuta ogni tre mesi. In linea generale, si può affermare che un’ integrazione con Nutriceutici effettuata per soli pochi mesi, risulta nel tempo scarsamente efficace.

Quantità di supplementi (Nutriceutici)

Generalmente il numero varia da 5 a 9. E’ necessario assumere più prodotti, perché il programma è complesso ed è personalizzato per ciascun paziente. Le compresse o le capsule si prendono, solitamente, durante i pasti, ma ci sono delle eccezioni.

Alimentazione e stile di vita

Dopo l’ interpretazione dell’ analisi verrà formulato uno Schema Nutrizionale personalizzato, ma anche lo stile di vita dovrà essere riconsiderato nei termini opportuni. Il Mineralogramma non è una “bacchetta magica”, anche se qualche volta ha dato l’ impressione di esserlo.

mercoledì 27 aprile 2016

Infezioni e Indebolimento del Sistema Immunitario


Infezioni ricorrenti o persistenti e una tendenza ad ammalarsi facilmente, indicano una ridotta attività del Sistema Immunitario. La deficienza immunitaria è una condizione che aumenta il rischio di sviluppare un cancro, ma anche la Sindrome di Affaticamento Cronico (CFS) ed infezioni micotiche (da funghi) come la Candidosi o virali come l’ Hepes Zoster.

        Tramite l’ Analisi Minerale Tessutale (TMA) è possibile individuare una serie di parametri che aiutano a comprendere perché si manifesta questa pericolosa condizione biologica.
Di seguito alcuni di essi.

Basso rapporto Sodio/Potassio e il Sistema Immunitario.

         Probabilmente il più importante parametro è avere il rapporto Sodio/Potassio inferiore a 2,5:1, che viene chiamato inversione Sodio/Potassio. Maggiore è l’ inversione, maggiore sarà la tendenza all’ immunodeficienza.
La condizione definita inversione doppia compare quando è basso, cioè inferiore a 5,75/1, anche il rapporto Calcio/Magnesio.
         A volte l’ inversione Sodio/Potassio non è presente nel primo test ed è necessaria la ripetizione dell’ analisi, da effettuare dopo tre mesi di trattamento integrativo e nutrizionale. E’ il secondo test che potrà rilevare il basso rapporto tra i due minerali.
Questa situazione è particolarmente riscontrabile in malattie croniche, quali il cancro. In alcuni casi il rapporto Sodio/Potassio è normale, ma quello tra il Calcio e il Magnesio è basso.
        
Bassi livelli energetici e Sistema Immunitario.

           Il Sistema Immunitario, come ogni altro sistema dell’ organismo, dipende dalla disponibilità di energia. Gli individui che presentano un indice di ossidazione molto lento (Ipossidatori) e con un basso rapporto Sodio/Potassio, non sono in grado di produrre adeguate quantità di energia biochimica, ed è proprio questa una delle condizioni che contribuisce ad indebolire il Sistema Immunitario.

Metalli tossici e Sistema Immunitario

           Un altro indicatore di disfunzioni immunitarie evidenziabile tramite il Mineralogramma, è la presenza nell’ organismo di metalli tossici. In particolare l’ intossicazione da Mercurio, Alluminio e Cadmio. Quest’ ultimo, interferisce con il metabolismo dello Zinco, elemento vitale per disporre di adeguate difese nei confronti delle malattie infettive e degenerative.

lunedì 25 gennaio 2016

Sovrappeso, obesità e Mineralogramma

La premessa: ingrassare è facile, ma dimagrire può essere molto difficile.

Persone che mangiano relativamente poco ingrassano mentre altri individui, pur con un’ importante riduzione del cibo mangiato, non dimagriscono. Negli anni le scelte alimentari sono molto cambiate con un aumento del consumo di cereali raffinati, zuccheri e dei cosiddetti “cibi light” il cui scopo era quello di illudere di non  ingrassare.

Parimenti è stato considerevolmente ridotto il consumo  dei grassi. Burro, lardo e strutto sono considerati molto pericolosi per la salute del cuore e dell’ apparato circolatorio……….niente di più falso. In altre parole non sono i grassi che generano grasso, ma gli zuccheri che sono presenti in modo eccessivo nel menù di tutti i giorni.

Da tempo “gira” il termine “junk food” che possiamo tradurre come “cibo spazzatura” che è ben presente nell’ alimentazione dei giovani e non solo. 
Il sovrappeso e l’ obesità moltiplicano i rischi di ammalarsi di diabete non insulino-dipendente e di certi tipi di cancro, di pressione sanguigna elevata, infarto, ictus, alterazioni scheletriche, ma anche di grande disagio psicologico.
Le componenti degli alimenti, una volta assorbite dall’ intestino, che non è un semplice tubo bensì una barriera che funge da filtro tra l’ esterno e l’ interno del nostro corpo, finiscono nel sangue, ma qui non devono rimanerci bensì devono essere trasferite all’ interno delle cellule. Quest’ ultimo passaggio è di vitale importanza, purtroppo non è “automatico”. In altre parole, per quanto le scelte nutrizionali siano corrette, se viene meno il “trasferimento” sangue-cellula, si creano le condizioni sfavorevoli che, se non corrette, condurranno alla malattia.

Sulla membrana delle cellule sono disposte centinaia di “pompe” il cui scopo è di trasferire dall’ esterno, cioè dal sangue, i nutrienti ed espellere gli “scarti” delle reazioni vitali. Una delle spiegazioni che può far comprendere i motivi per cui ingrassiamo, o viceversa dimagriamo troppo, è nella conoscenza di questi “meccanismi”.

Un elemento coinvolto, e la cui presenza nell’ organismo è rilevabile attraverso il Mineralogramma, è il Magnesio che è fondamentale per la produzione e per l’attività dell’insulina stessa, per cui più aumenta la produzione dell’ insulina, più si perde Magnesio e più diventiamo resistenti agli effetti dell’ormone.
Altri elementi metallici determinanti per la produzione di energia sono lo Zinco, il Calcio, il Rame, il Manganese, il Selenio……… ma anche alcune vitamine “collaborano”.

Negli Schemi Nutrizionali da me proposti, dopo aver interpretato i dati del Mineralogramma, vengono elencati gli alimenti da mangiare ma non le loro quantità. Inoltre è proposta un’ integrazione con minerali e vitamine.
 

In altre parole non s’ ingrassa solo perché si mangia troppo, e si è sedentari, ma perché ciò che viene introdotto non è “adatto” ed è spesso frutto di condizionamenti i quali  nel tempo possono generare nell’ organismo squilibri sempre più complessi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Mania, depressione e Mineralogramma

Si sa da lungo tempo che i pazienti maniaci e paranoidi eccitati hanno un aumento della velocità di neurotrasmissione mentre i pazienti depressi hanno una velocità diminuita. Un aumento della permeabilità di membrana a livello sinaptico è associata con un aumento della ritenzione del sodio. Vari studi hanno segnalato che gli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali oscillano nei pazienti affetti da cicli maniaco-depressivi e da depressione.

Tali disordini sono più specificamente collegati con il rapporto sodio/potassio. Pazienti con diagnosi maniaco-depressiva di solito evidenziano un sodio e un potassio tessutale elevato ma con un rapporto sodio/potassio molto più basso della norma. Ciò può spiegare il meccanismo d’azione del litio in quanto i sali di litio temporaneamente migliorano il rapporto metabolico di questi elettroliti.

Depressione

Il modello al Mineralogramma (TMA) comporta un livello di calcio e magnesio tessutali superiori alla norma relativamente a fosforo, sodio e potassio.

Questo modello è associato ad un’insufficienza della tiroide e delle surrenali, una circostanza che contribuisce ad una riduzione del tasso del metabolismo e della produzione di energia.

L’affaticamento è un aspetto fondamentale della depressione che si presenta da solo o in combinazione con altri sintomi come ansia, timore e tristezza. Come accennato precedentemente, l’ipercalcemia è associata con la depressione. Un aumento dei livelli di magnesio ha un effetti simile al calcio. Un deficit di sodio è collegato con anomalie nella permeabilità di membrana. Una riduzione della permeabilità di membrana è associata con una diminuita trasmissione sinaptica dell’impulso nervoso ed è stata riscontrata nei gruppi astenici o depressi. Fluttuazioni degli steroidi surrenalici sono state inoltre notate in pazienti con alterazioni dell’umore. Anche l’ipotiroidismo è stato riscontrato nei gruppi dei malati confrontati ai gruppi di controllo normali.

Conclusione

Questi sono soltanto alcune delle molte osservazioni che sono state fatte sui minerali tessutali e personalità. Ulteriori sviluppi del TMA in questa direzione potranno contribuire a scoprire molti altri rapporti fra emozioni e malattie. Che la maggior parte delle patologie abbiano una componente emozionale è ben noto. Sta cominciando ad essere riconosciuto che le emozioni sono legate ai cambiamenti biochimici che, a loro volta, possono innescare lo sviluppo della malattia.

Fattori psichici ed emozionali possono innescare un aumento dell’escrezione o assorbimento di un minerale. È ragionevole supporre che reazioni emotive forti, producano cambiamenti neurologici, ormonali ed infine nutrizionali, in grado di apportare cambiamenti metabolici che potranno essere misurati.

Per esempio, un aumento degli ormoni circolanti dello stress, come il cortisolo, così come pure le concentrazioni dei minerali, sarà evidenziabile attraverso l’ analisi chimica dei capelli. La teoria descritta in questo articolo è che i modelli minerali tessutali possono riflettere questi cambiamenti.

Il Mineralogramma potrebbe finalmente essere sviluppato come mezzo per valutare non soltanto le relazioni psicosomatiche ma anche somatopsichiche.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Individuare ed eliminare gli ostacoli alla guarigione

Prima di affrontare un argomento così complesso, dobbiamo considerare quanto Paracelso, uno dei grandi Medici dell’ antichità, affermò:

“L’ arte di guarire proviene dalla Natura, non dal medico. Di conseguenza il medico deve partire dalla Natura, e con mente aperta.”

L’ eliminazione degli ostacoli alla guarigione appare un concetto ovvio, ma la moderna medicina tende a non prenderla in considerazione, impegnandosi nell’ eliminazione dei sintomi, che sono necessari e vitali “campanelli d’ allarme” da non annullare sistematicamente non appena si manifestano.

Tra gli ostacoli che possono impedire ad una cura, farmacologica o naturale, di essere efficace possiamo elencare una carenza o un eccesso nutrizionale, la predisposizione genetica, la rabbia, l’ aggressività, il pessimismo e la negatività costante , l’ accumulo di metalli tossici e di veleni ambientali, oggi sempre più presenti, l’ obesità, così come le alterazioni del metabolismo. Sempre più frequentemente questi ostacoli sottraggono efficacia anche ai farmaci più potenti, siano essi naturali o di sintesi.

Da tempo disponiamo di dati che evidenziano il drammatico aumento di mercurio, alluminio, arsenico, cadmio, piombo nell’ ambiente e le micidiali conseguenze per la salute umana, ma non solo. Gli organi che concentrano tali veleni sono, in particolare, il midollo osseo, i reni, il cervello e le ghiandole (tiroide, pancreas, prostata, linfonodi, ghiandola mammaria, ecc.). L’ accumulo è lento e i segni iniziali dell’ intossicazione sono generalmente sfumati e raramente vengono rapportati ai metalli tossici. Sintomi che possono essere messi in relazione con l’ intossicazione sono l’ ipertensione sanguigna, le alterazioni del ritmo cardiaco, le infiammazioni croniche dello stomaco e dell’ intestino, le infezioni frequenti, la stanchezza immotivata, il mal di testa, i disturbi del sonno, dell’ umore e delle funzioni cerebrali e neurologici (compresa la sclerosi multipla) e i sempre più “alterati” comportamenti dei bambini e dei giovani.

L’ analisi mineralometrica del capello (Mineralogramma) è un formidabile strumento per valutare la concentrazione dei minerali essenziali e dei metalli tossici presenti nel corpo.

Oltre ai metalli tossici, dobbiamo considerare altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose come i farmaci, l’ alcol, i solventi, la formaldeide, i pesticidi, erbicidi e gli additivi alimentari. Sono sostanze che possono provocare numerosi sintomi e sono state associate a un rischio maggiore per alcune forme tumorali.

La presenza di composti tossici è in costante aumento. Non è accettabile che la medicina convenzionale non consideri in alcun modo la capacità individuale di eliminare le sostanze dannose quale fattore determinante per uno stato di salute migliore.

Stimolare i processi di disintossicazione è senz’altro possibile, ma bisogna affrontare subito i segnali di allerta in modo da evitare che piccoli disturbi si trasformino in condizioni più gravi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Il grasso "invisibile"

La grande pericolosità dell’ accumulo del grasso viscerale che si deposita attorno agli organi interni del torace e dell’ addome, ha avuto conferma nel corso del Canadian Cardiovascular Congress 2011.

Da tempo il grasso “invisibile” attira l’ attenzione dei cardiologi in quanto importante parametro per la valutazione del rischio d’ incorrere in un infarto o in un ictus, indipendente dai valori della pressione arteriosa, dal diabete, dal fumo di sigaretta, dai valori elevati dei grassi (trigliceridi) nel sangue o da una storia famigliare di malattie cardiache e/o circolatorie.

Non si tratta solo di persone obese o con elevato indice di massa corporea (I.M.C.), ma anche di soggetti, anche giovani, che non presentano i rischi sopra elencati. Anche chi si ritrova ad avere un peso normale può accumulare grasso attorno agli organi interni, reni compresi, così come nelle arterie.

Il grasso sottocutaneo si riconosce con facilità prendendo la pelle con due dita ed evidenziando in questo modo i “rotolini” di grasso in eccesso.

Per il grasso viscerale è sufficiente disporre di un metro da sarta e misurare la circonferenza della vita (il “girovita”).

I valore-limite era pari a 102 centimetri negli uomini e 88 nelle donne, ma dall’ ultima ricerca le indicazioni consigliano di stare ben al sotto di questi valori. Per capire se il girovita rientra nei valori raccomandati, bisogna dividere la sua misura per la propria altezza.

Riporto come esempio:

- girovita 80 cm, altezza 165 cm

- 80 diviso 165 = 0,48

Il rapporto ideale non deve superare:

- per la donna 0,49

- per l’ uomo 0,54

Il rischio d’ incorrere in malattie del cuore e della circolazione è considerevolmente elevato se il rapporto è superiore a

- 0,54 nella donna

- 0,58 nell’uomo

Coloro che presentano un girovita largo, anche se giovani e in salute, devono considerarsi a maggior rischio, e questa semplice misurazione può indurrli a modificare il loro stile di vita, attuando, in questo modo, una vera prevenzione di una delle più devastanti e frequenti patologie a cui va incontro l’ “Uomo Industrializzato”: le malattie cardiovascolari.

Dr. Silvio Colussi MD-TM