La grande pericolosità dell’ accumulo del grasso viscerale che si deposita attorno agli organi interni del torace e dell’ addome, ha avuto conferma nel corso del Canadian Cardiovascular Congress 2011.
Da tempo il grasso “invisibile” attira l’ attenzione dei cardiologi in quanto importante parametro per la valutazione del rischio d’ incorrere in un infarto o in un ictus, indipendente dai valori della pressione arteriosa, dal diabete, dal fumo di sigaretta, dai valori elevati dei grassi (trigliceridi) nel sangue o da una storia famigliare di malattie cardiache e/o circolatorie.
Non si tratta solo di persone obese o con elevato indice di massa corporea (I.M.C.), ma anche di soggetti, anche giovani, che non presentano i rischi sopra elencati. Anche chi si ritrova ad avere un peso normale può accumulare grasso attorno agli organi interni, reni compresi, così come nelle arterie.
Il grasso sottocutaneo si riconosce con facilità prendendo la pelle con due dita ed evidenziando in questo modo i “rotolini” di grasso in eccesso.
Per il grasso viscerale è sufficiente disporre di un metro da sarta e misurare la circonferenza della vita (il “girovita”).
I valore-limite era pari a 102 centimetri negli uomini e 88 nelle donne, ma dall’ ultima ricerca le indicazioni consigliano di stare ben al sotto di questi valori. Per capire se il girovita rientra nei valori raccomandati, bisogna dividere la sua misura per la propria altezza.
Riporto come esempio:
- girovita 80 cm, altezza 165 cm
- 80 diviso 165 = 0,48
Il rapporto ideale non deve superare:
- per la donna 0,49
- per l’ uomo 0,54
Il rischio d’ incorrere in malattie del cuore e della circolazione è considerevolmente elevato se il rapporto è superiore a
- 0,54 nella donna
- 0,58 nell’uomo
Coloro che presentano un girovita largo, anche se giovani e in salute, devono considerarsi a maggior rischio, e questa semplice misurazione può indurrli a modificare il loro stile di vita, attuando, in questo modo, una vera prevenzione di una delle più devastanti e frequenti patologie a cui va incontro l’ “Uomo Industrializzato”: le malattie cardiovascolari.
Dr. Silvio Colussi MD-TM
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