lunedì 25 gennaio 2016

Sovrappeso, obesità e Mineralogramma

La premessa: ingrassare è facile, ma dimagrire può essere molto difficile.

Persone che mangiano relativamente poco ingrassano mentre altri individui, pur con un’ importante riduzione del cibo mangiato, non dimagriscono. Negli anni le scelte alimentari sono molto cambiate con un aumento del consumo di cereali raffinati, zuccheri e dei cosiddetti “cibi light” il cui scopo era quello di illudere di non  ingrassare.

Parimenti è stato considerevolmente ridotto il consumo  dei grassi. Burro, lardo e strutto sono considerati molto pericolosi per la salute del cuore e dell’ apparato circolatorio……….niente di più falso. In altre parole non sono i grassi che generano grasso, ma gli zuccheri che sono presenti in modo eccessivo nel menù di tutti i giorni.

Da tempo “gira” il termine “junk food” che possiamo tradurre come “cibo spazzatura” che è ben presente nell’ alimentazione dei giovani e non solo. 
Il sovrappeso e l’ obesità moltiplicano i rischi di ammalarsi di diabete non insulino-dipendente e di certi tipi di cancro, di pressione sanguigna elevata, infarto, ictus, alterazioni scheletriche, ma anche di grande disagio psicologico.
Le componenti degli alimenti, una volta assorbite dall’ intestino, che non è un semplice tubo bensì una barriera che funge da filtro tra l’ esterno e l’ interno del nostro corpo, finiscono nel sangue, ma qui non devono rimanerci bensì devono essere trasferite all’ interno delle cellule. Quest’ ultimo passaggio è di vitale importanza, purtroppo non è “automatico”. In altre parole, per quanto le scelte nutrizionali siano corrette, se viene meno il “trasferimento” sangue-cellula, si creano le condizioni sfavorevoli che, se non corrette, condurranno alla malattia.

Sulla membrana delle cellule sono disposte centinaia di “pompe” il cui scopo è di trasferire dall’ esterno, cioè dal sangue, i nutrienti ed espellere gli “scarti” delle reazioni vitali. Una delle spiegazioni che può far comprendere i motivi per cui ingrassiamo, o viceversa dimagriamo troppo, è nella conoscenza di questi “meccanismi”.

Un elemento coinvolto, e la cui presenza nell’ organismo è rilevabile attraverso il Mineralogramma, è il Magnesio che è fondamentale per la produzione e per l’attività dell’insulina stessa, per cui più aumenta la produzione dell’ insulina, più si perde Magnesio e più diventiamo resistenti agli effetti dell’ormone.
Altri elementi metallici determinanti per la produzione di energia sono lo Zinco, il Calcio, il Rame, il Manganese, il Selenio……… ma anche alcune vitamine “collaborano”.

Negli Schemi Nutrizionali da me proposti, dopo aver interpretato i dati del Mineralogramma, vengono elencati gli alimenti da mangiare ma non le loro quantità. Inoltre è proposta un’ integrazione con minerali e vitamine.
 

In altre parole non s’ ingrassa solo perché si mangia troppo, e si è sedentari, ma perché ciò che viene introdotto non è “adatto” ed è spesso frutto di condizionamenti i quali  nel tempo possono generare nell’ organismo squilibri sempre più complessi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Mania, depressione e Mineralogramma

Si sa da lungo tempo che i pazienti maniaci e paranoidi eccitati hanno un aumento della velocità di neurotrasmissione mentre i pazienti depressi hanno una velocità diminuita. Un aumento della permeabilità di membrana a livello sinaptico è associata con un aumento della ritenzione del sodio. Vari studi hanno segnalato che gli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali oscillano nei pazienti affetti da cicli maniaco-depressivi e da depressione.

Tali disordini sono più specificamente collegati con il rapporto sodio/potassio. Pazienti con diagnosi maniaco-depressiva di solito evidenziano un sodio e un potassio tessutale elevato ma con un rapporto sodio/potassio molto più basso della norma. Ciò può spiegare il meccanismo d’azione del litio in quanto i sali di litio temporaneamente migliorano il rapporto metabolico di questi elettroliti.

Depressione

Il modello al Mineralogramma (TMA) comporta un livello di calcio e magnesio tessutali superiori alla norma relativamente a fosforo, sodio e potassio.

Questo modello è associato ad un’insufficienza della tiroide e delle surrenali, una circostanza che contribuisce ad una riduzione del tasso del metabolismo e della produzione di energia.

L’affaticamento è un aspetto fondamentale della depressione che si presenta da solo o in combinazione con altri sintomi come ansia, timore e tristezza. Come accennato precedentemente, l’ipercalcemia è associata con la depressione. Un aumento dei livelli di magnesio ha un effetti simile al calcio. Un deficit di sodio è collegato con anomalie nella permeabilità di membrana. Una riduzione della permeabilità di membrana è associata con una diminuita trasmissione sinaptica dell’impulso nervoso ed è stata riscontrata nei gruppi astenici o depressi. Fluttuazioni degli steroidi surrenalici sono state inoltre notate in pazienti con alterazioni dell’umore. Anche l’ipotiroidismo è stato riscontrato nei gruppi dei malati confrontati ai gruppi di controllo normali.

Conclusione

Questi sono soltanto alcune delle molte osservazioni che sono state fatte sui minerali tessutali e personalità. Ulteriori sviluppi del TMA in questa direzione potranno contribuire a scoprire molti altri rapporti fra emozioni e malattie. Che la maggior parte delle patologie abbiano una componente emozionale è ben noto. Sta cominciando ad essere riconosciuto che le emozioni sono legate ai cambiamenti biochimici che, a loro volta, possono innescare lo sviluppo della malattia.

Fattori psichici ed emozionali possono innescare un aumento dell’escrezione o assorbimento di un minerale. È ragionevole supporre che reazioni emotive forti, producano cambiamenti neurologici, ormonali ed infine nutrizionali, in grado di apportare cambiamenti metabolici che potranno essere misurati.

Per esempio, un aumento degli ormoni circolanti dello stress, come il cortisolo, così come pure le concentrazioni dei minerali, sarà evidenziabile attraverso l’ analisi chimica dei capelli. La teoria descritta in questo articolo è che i modelli minerali tessutali possono riflettere questi cambiamenti.

Il Mineralogramma potrebbe finalmente essere sviluppato come mezzo per valutare non soltanto le relazioni psicosomatiche ma anche somatopsichiche.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Individuare ed eliminare gli ostacoli alla guarigione

Prima di affrontare un argomento così complesso, dobbiamo considerare quanto Paracelso, uno dei grandi Medici dell’ antichità, affermò:

“L’ arte di guarire proviene dalla Natura, non dal medico. Di conseguenza il medico deve partire dalla Natura, e con mente aperta.”

L’ eliminazione degli ostacoli alla guarigione appare un concetto ovvio, ma la moderna medicina tende a non prenderla in considerazione, impegnandosi nell’ eliminazione dei sintomi, che sono necessari e vitali “campanelli d’ allarme” da non annullare sistematicamente non appena si manifestano.

Tra gli ostacoli che possono impedire ad una cura, farmacologica o naturale, di essere efficace possiamo elencare una carenza o un eccesso nutrizionale, la predisposizione genetica, la rabbia, l’ aggressività, il pessimismo e la negatività costante , l’ accumulo di metalli tossici e di veleni ambientali, oggi sempre più presenti, l’ obesità, così come le alterazioni del metabolismo. Sempre più frequentemente questi ostacoli sottraggono efficacia anche ai farmaci più potenti, siano essi naturali o di sintesi.

Da tempo disponiamo di dati che evidenziano il drammatico aumento di mercurio, alluminio, arsenico, cadmio, piombo nell’ ambiente e le micidiali conseguenze per la salute umana, ma non solo. Gli organi che concentrano tali veleni sono, in particolare, il midollo osseo, i reni, il cervello e le ghiandole (tiroide, pancreas, prostata, linfonodi, ghiandola mammaria, ecc.). L’ accumulo è lento e i segni iniziali dell’ intossicazione sono generalmente sfumati e raramente vengono rapportati ai metalli tossici. Sintomi che possono essere messi in relazione con l’ intossicazione sono l’ ipertensione sanguigna, le alterazioni del ritmo cardiaco, le infiammazioni croniche dello stomaco e dell’ intestino, le infezioni frequenti, la stanchezza immotivata, il mal di testa, i disturbi del sonno, dell’ umore e delle funzioni cerebrali e neurologici (compresa la sclerosi multipla) e i sempre più “alterati” comportamenti dei bambini e dei giovani.

L’ analisi mineralometrica del capello (Mineralogramma) è un formidabile strumento per valutare la concentrazione dei minerali essenziali e dei metalli tossici presenti nel corpo.

Oltre ai metalli tossici, dobbiamo considerare altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose come i farmaci, l’ alcol, i solventi, la formaldeide, i pesticidi, erbicidi e gli additivi alimentari. Sono sostanze che possono provocare numerosi sintomi e sono state associate a un rischio maggiore per alcune forme tumorali.

La presenza di composti tossici è in costante aumento. Non è accettabile che la medicina convenzionale non consideri in alcun modo la capacità individuale di eliminare le sostanze dannose quale fattore determinante per uno stato di salute migliore.

Stimolare i processi di disintossicazione è senz’altro possibile, ma bisogna affrontare subito i segnali di allerta in modo da evitare che piccoli disturbi si trasformino in condizioni più gravi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Il grasso "invisibile"

La grande pericolosità dell’ accumulo del grasso viscerale che si deposita attorno agli organi interni del torace e dell’ addome, ha avuto conferma nel corso del Canadian Cardiovascular Congress 2011.

Da tempo il grasso “invisibile” attira l’ attenzione dei cardiologi in quanto importante parametro per la valutazione del rischio d’ incorrere in un infarto o in un ictus, indipendente dai valori della pressione arteriosa, dal diabete, dal fumo di sigaretta, dai valori elevati dei grassi (trigliceridi) nel sangue o da una storia famigliare di malattie cardiache e/o circolatorie.

Non si tratta solo di persone obese o con elevato indice di massa corporea (I.M.C.), ma anche di soggetti, anche giovani, che non presentano i rischi sopra elencati. Anche chi si ritrova ad avere un peso normale può accumulare grasso attorno agli organi interni, reni compresi, così come nelle arterie.

Il grasso sottocutaneo si riconosce con facilità prendendo la pelle con due dita ed evidenziando in questo modo i “rotolini” di grasso in eccesso.

Per il grasso viscerale è sufficiente disporre di un metro da sarta e misurare la circonferenza della vita (il “girovita”).

I valore-limite era pari a 102 centimetri negli uomini e 88 nelle donne, ma dall’ ultima ricerca le indicazioni consigliano di stare ben al sotto di questi valori. Per capire se il girovita rientra nei valori raccomandati, bisogna dividere la sua misura per la propria altezza.

Riporto come esempio:

- girovita 80 cm, altezza 165 cm

- 80 diviso 165 = 0,48

Il rapporto ideale non deve superare:

- per la donna 0,49

- per l’ uomo 0,54

Il rischio d’ incorrere in malattie del cuore e della circolazione è considerevolmente elevato se il rapporto è superiore a

- 0,54 nella donna

- 0,58 nell’uomo

Coloro che presentano un girovita largo, anche se giovani e in salute, devono considerarsi a maggior rischio, e questa semplice misurazione può indurrli a modificare il loro stile di vita, attuando, in questo modo, una vera prevenzione di una delle più devastanti e frequenti patologie a cui va incontro l’ “Uomo Industrializzato”: le malattie cardiovascolari.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

ll Mineralogramma, un analisi sempre più diffusa e conosciuta

Da tempo, tra le analisi possibili da effettuare che presentano una certa valenza per poter attuare la prevenzione di numerose alterazioni dello stato della nostra salute, troviamo il Mineralogramma, detto anche Analisi Minerale Tissutale (del capello).

Dopo esser stato per anni oggetto di pesanti critiche ed accesi dibattiti sulla sua validità, importanti riconoscimenti sono arrivati proprio dal mondo accademico ufficiale. Tra i primi a riconoscere un possibile uso in ambito sanitario è stato l’ Ente per la Protezione dell’ Ambiente americano (EPA) che considera il capello come il miglior tessuto da analizzare per il monitoraggio dei metalli pesanti tossici, e successivamente anche l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Ma perchè analizzare il capello? E’ ormai universalmente accettato che il capello si comporta come un “magazzino”, cioè può assorbire e trattenere ciò che il sangue scarica a livello del suo bulbo pilifero come sostanze farmacologiche, metalli tossici e non, ma anche le droghe possono essere individuati analizzando chimicamente la sua struttura; ma non solo, nel 2007 il Tribunale Federale Svizzero con sede a Losanna, ha accolto la prova della Polizia del Canton San Gallo che accusava di alcolismo cronico un automobilista ripetutamente sorpreso alla guida del suo veicolo con un tasso alcolico superiore al 2%. A tale proposito le autorità avevano ordinato, per l’ automobilista, la moderna indagine sulle memorie del capello che a differenza di quella del sangue permette di determinare con precisione se l’ individuo è una alcolista abituale. Questa ricerca ha permesso di accertare la presenza di memorie di etilglucoronide (Etg), che è un metabolita dell’ etanolo (alcool), le cui tracce restano a lungo nei capelli dell’ individuo.

Nel nostro caso, effettuare un Mineralogramma permette di evidenziare un eventuale accumulo nel corpo di metalli tossici come l’ arsenico, il mercurio, il piombo, il cadmio e l’ alluminio ma possono anche emergere squilibri, per eccesso o per carenza, delle concentrazioni di calcio, ferro, potassio, sodio, magnesio, selenio, rame, ecc. legati a vitali funzioni del corpo umano. Sono state quantificate in circa 100 mila le reazione che avvengono dentro di noi ogni secondo, e in tutto questo i minerali sono di assoluta e insostituibile importanza. Si comportano anche come chiavi che fanno scattare le serrature delle porte, permettendo così di entrare o uscire. Una chiave sbagliata può entrare nella serratura ma non sblocca il meccanismo. Tante chiavi sbagliate? Tante porte sbarrate o che rimangono aperte..

Il metodo  di analisi chimica dei capelli tagliati (prelievo di circa 300 milligrammi) prevede l’ uso di una metodica molto soffisticata rappresentata dalla sigla ICP-AES (spettrometria ad emissione atomica accoppiata induttivamente al plasma d’ argon). Pur non essendo diagnostico, il Mineralogramma evidenzia la “tendenza” per oltre 30 comuni stati di alterazioni dello stato di salute, permettendo d’ intervenire con appropriate modifiche  alimentari  e non, e al proprio stile di vita offrendo un’ opportunità per non precipitare nello stato di malattia vero e proprio che può indurre conseguenze disastrose e anche senza “ritorno”. Questa, dal mio punto di vista, è prevenzione.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Telefoni cellulari, videotelefonini, cordless, Wireless, Wi-Fi, etc.

I telefoni cellulari, come tutte le apparecchiature che trasmettono senza filo (cordless, Wi-Fi, Wireless, etc.), si avvalgono di emissione di onde radio per trasmettere dati digitali, e i pericoli dell’ esposizione ai Campi Elettromagnetici (CEM) sono noti da prima del 1950 perchè utilizzati per scopi militari e i rischi per la salute connessi ai radar sono ben conosciuti dagli “addetti ai lavori” fin dal 1960. Ma pochi ricercatori hanno voluto focalizzare queste evidenze, e l’ industria dei cellulari ha seguito le orme di quella del tabacco, negando con forza la possibilità di un qualsiasi rischio.

E’ utile ricordare che il “business” dell’ industria delle Telecomunicazioni è persino maggiore del “Cartello” delle Multinazionali dei farmaci, e così lo è la loro influenza a livello di Stati e Governi.

L’ Italia è al primo posto nel mondo in quanto a numero di telefoni cellulari per abitante e di “ripetitori”, antenne montate su pali e tralicci, denominati “stazioni-radio-base” (SBR) per chilometro quadrato, superando di 5-10 volte nazioni tecnologicamente più avanzate (Germania, Inghilterra, USA) ed è preceduta in questa classifica solo dalla città di Hong-Kong.

Molti scienziati ormai ritengono che l’ aumentata esposizione a questo tipo di radiazioni sia molto più preoccupante per la salute degli umani, di quella che era, ed è, quella al tabacco.

La parte dello spettro elettromagnetico “sfruttato” dai telefoni cellulari e da altri strumenti senza filo usati per comunicare, non si trova spontaneamente sulla superficie terrestre – a rigor di logica se questo avvenisse, creerebbe troppa interferenza per il funzionamento dei cellulari.

In particolar modo le onde a bassissima frequenza usate effettivamente per trasmettere la propria voce o altri dati, conosciute come “Information Carrying Radio Waves”, non sono frequenze riscontrabile in natura. E’ per questo che il nostro corpo non è biologicamente strutturato per proteggerci dalle radiazioni elettromagnetiche con queste caratteristiche.

Ancora più importante è l’effettiva rarità di queste frequenze sulla superficie terrestre che le ha rese ideali per il nostro corpo che le utilizza come sistema di “comunicazione interna”, ed è per lo stesso motivo che i cellulari le usano: per mancanza di interferenze.

Ma poichè le comunicazioni “senza filo” create dall’uomo sono largamente diffuse, le interferenze sono enormemente aumentate.

Una serie di circuiti elettrici, di campi elettromagnetici, sovraintendono a tutte le funzioni cellulari degli organi e delle cellule. La divisione cellulare avviene attraverso dei meccanismi di scambio di ioni, che creano correnti elettriche, così come il passaggio attraverso le membrane cellulari delle sostanze di cui la cellula si nutre.

Le nostre cellule sono inoltre provviste di due tipi di recettori (antenne):

- recettori chimici e recettori vibrazionali.

I recettori chimici rispondono a segnali biochimici, e i recettori vibrazionali, che sono formati da ciglia microscopiche, più sottili dei capelli, reagiscono alle vibrazioni elettromagnetiche.

Quando uno stimolo “Carrying Radio Wave” colpisce un recettore delle ciglia vibrazionali, quest’ultimo entra in risonanza. Poiché questa forma di radiazione non è naturale, le nostre cellule non la riconoscono e la percepiscono come una minaccia potenziale. Esse reagiscono “sigillandosi” interrompendo cioè, la loro capacità di interagire con le altre cellule.

La reazione di chiusura delle cellule, sviluppatasi come risposta a breve termine all’immediato pericolo, non era stata concepita come protezione contro un persistente segnale di comunicazione “senza fili”, e in poco tempo queste cellule che si sono sigillate, iniziano a morire per mancanza di nutrienti e per il fatto che le tossine, la presenza di metalli tossici e quella dei radicali liberi prodotti al loro interno, non possono più essere espulsi.

La mancanza di comunicazione tra le cellule del corpo può non solo interferire con il funzionamento del sistema tissutale o di interi organi, ma anche distruggerli.

I dati epidemiologici prodotti negli ultimi anni da autorevoli Ricercatori indipendenti, cioè non legati agli interessi delle industrie della telefonia mobile, hanno già evidenziato un aumento ben più consistente (100-200% e anche di più) del rischio di forme tumorali estremamente invasive del cervello e del nervo acustico

Riporto quanto detto in un intervista dal Prof. Angelo Gino Levis, biologo e docente di Mutagenesi Ambientale alla Facoltà di Scienze dell’ Università di Padova, vicepresidente della A.P.P.L.E. (Associazione per la Prevenzione e la lotta all’ Elettrosmog) e membro della Commissione Oncologica Nazionale:

“Il telefono cellulare è certo una delle fonti elettromagnetiche potenzialmente più dannose se non viene usato con particolari cautele”.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Numeri "umani"

Nella mia pratica professionale quotidiana, frequentemente ascolto affermazioni del tipo “ma come siamo fatti bene!”. E’ con l’ intento di soddisfare, almeno in parte, il desiderio di sapere come siamo “costruiti”, che riporto di seguito dei dati che ci riguardano molto da vicino.

- L’ organismo umano è composto da circa 80 mila miliardi di cellule.

- Lo spessore della membrana cellulare è di 7 milionesimi di millimetro.

- In una cellula sono state evidenziate 50.000 proteine diverse.

Un uomo di riferimento di 65 Kg contiene circa:
  • 11 Kg di PROTEINE (1/3 è rappresentato dal collageno)
  • 9 Kg di LIPIDI (grassi)
  • 1 Kg di CARBOIDRATI (zuccheri)
  • 40 Kg di ACQUA
  • 4 Kg di MINERALI 

- Produciamo circa 100.000 reazioni chimiche diverse e l’ enzima con il turnover (velocità di rigenerazione) più elevato conosciuto è l’ anidrasi carbonica, con 30 milioni di volte in 1 minuto.

- Il sistema immunitario è in grado di riconoscere e distruggere 1 milioni d’ invasori diversi.

- Ogni secondo il midollo rosso delle ossa produce 2,5 milioni di globuli rossi con durata della vita di circa 120 giorni.

- Ogni 4 giorni viene cambiata la maggior parte delle piastrine (componenti del sangue necessarie alla sua coagulazione)

- La maggior parte dei globuli bianchi viene sostituita ogni 10 giorni

- Nei maschi si formano 1000 spermatozoi ogni secondo.

- La mucosa gastrica si rinnova completamente ogni 24 ore.

- La parete dell’ Intestino è formata da un singolo strato di cellule, dello spessore di 25 millesimi di millimetro, ed è protetta dalla flora batterica probiotica.

- La flora batterica intestinale è un eco-sistema formato da oltre 400 specie.

- Ogni 48-120 ore si cambiano le cellule di rivestimento dell’ intestino tenue.

- Ogni 3-8 giorni vengono cambiate le cellule dell’ intestino crasso (colon).

- La cute di un individuo si rinnova in circa 27 giorni

- Rinnoviamo il collageno osseo in circa 30 anni

- Il filtrato dei reni (glomeruli renali) è di circa 180 litri al giorno (corrispondente a 60 volte il volume del plasma).

- La superficie assorbente polmonare è di circa 80 metri quadrati, con 100 milioni di sacche che assorbono 20 metri cubi al giorno di aria.

 - La superficie assorbente intestinale di un adulto è di circa 380 metri quadrati

 - Il cervello contiene oltre 100 miliardi di neuroni

I grossi neuroni localizzati nella corteccia cerebrale (cellule piramidali) possono estendersi fino alla parte inferiore del midollo spinale, coprendo una distanza di circa 1,2 metri e l’ estremita assonica può suddividersi in oltre 10.000 ramificazioni. 

 Affinchè questo incredibile sistema vivente rimanga sano ed efficiente, e possa almeno in parte rinnovarsi, deve ricevere dall’ esterno cibi sani (proteine, vitamine, zuccheri, acqua, grassi, sali minerali) che gli permettano di sostenere e continuare il meraviglioso e sconcertante percorso della vita. Con frequenza sempre maggiore, è proprio attraverso il cibo che introduciamo micidiali miscele d’ inquinanti portatrici di sofferenze e morte.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

La teoria lipidica

La teoria definita “l’ ipotesi lipidica” con la quale si afferma che c’è una relazione diretta tra la quantità di grassi e colesterolo nella dieta, e l’ incidenza di patologie cardiovascolari, è stata proposta da un ricercatore di nome Ancel Keys nel 1950. Numerosi studi successivi hanno messo in dubbio i suoi dati e le sue conclusioni. Nonnostante ciò, i suoi articoli ebbero molta più diffusione di quelli che presentavano dati differenti.

Le industrie che trattano alimenti e oli vegetali, i maggior beneficiari di qualsiasi ricerca che trovi errori negli alimenti della tradizione, diventarono i promotori e i finanziatori di ricercatori che avevano lo scopo di sostenere l’ ipotesi lipidica.

Il più conosciuto sostenitore della dieta a basso contenuto di grassi è stato Nathan Pritikin. Ultimamente Pritikin propugnava l’ eliminazione dello zucchero, farina bianca e di tutti gli alimenti conservati dalla dieta e raccomandava l’ uso di alimenti integrali freschi, cereali integrali e uno strenuo programma di esercizi fisici; ma è stato il basso contenuto di grassi di questo programma alimentare che ha ricevuto la maggior attenzione dei media. Chi aderiva a tale programma, sosteneva che la pressione sanguigna, il peso e il livello di colesterolo si è abbassavano.

Il successo della dieta Pritikin era probabilmente dovuto ad un certo numero di fattori che poco ha a che fare con la sola riduzione dei grassi, per esempio potrà diminuire il colesterolo nel sangue, ma Pritikin stesso evidenziò che dieta senza grassi presentava molti problemi, non ultimo che le persone non potevano continuare in quel modo a lungo, perché rischiavano un abbassamento dell’ energia, difficoltà nella concentrazione, depressione, aumento di peso e carenze di vitamine e di minerali.

Pritikin potrà aver salvato se stesso dalle malattie cardiache, ma la sua dieta a bassa concentrazione di grassi non lo protesse dal cancro. Egli si suicidò, ancora giovane, quando comprese che il suo spartano regime non era in grado di curare la sua leucemia.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

La soia: crollo di un "mito"

Da tempo, sempre più esperti internazionali di Nutrizione sono convinti che non sia più accettabile quanto di positivo è stato finora detto e scritto sui benefici del consumo della soia, e di gran parte dei suoi derivati. Tra le più autorevoli fonti di quanto scritto, annovero la “The Weston A. Price Foudation”, Centro di Ricerca statunitense fondato dal Dr. Weston Price nel 1999, e punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di Nutrizione umana al di fuori dei condizionamenti imposti dalle multinazionali del settore.

Ecco un elenco sintetico di quanti e quali pericoli a cui si può andare incontro consumando la maggior parte dei prodotti derivanti dalla soia.

  •     L’ elevata presenza di acido fitico nella soia riduce l’ assorbimento di calcio, magnesio, rame, zinco e ferro. L’ acido fitico di questo legume non viene distrutto dai normali metodi di preparazione, ma solamente quando i fagioli della soia subiscono la fermentazione. Diete con elevata presenza di fitati ha provocato problemi di crescita nei bambini.
  •     La presenza di inibitori della tripsina interferiscono con la digestione delle proteine e possono provocare alterazioni pancreatiche. Test eseguiti negli animali hanno dimostrato che il consumo di soia contenente inibitori della tripsina ha provocato una crescita stentata.
  •     I fitoestrogeni della soia alterano le funzioni endocrine (ormonali) e potenzialmente possono provocare infertilità, ma anche promuovere la formazione del cancro al seno nelle donne adulte.
  •     I fitoestrogeni della soia sono potenti sostanze antitiroidee che inducono ipotiroidismo e possono provocare il cancro della tiroide. Nei bambini piccoli, il consumo di prodotti a base di soia (latte) è stato messo in relazione con una patologia autoimmune della tiroide.
  •     Gli analoghi della vitamina B12 presenti nella soia non sono assorbibili, ma ne fanno aumentare la richiesta della medesima.
  •     Gli alimenti a base di soia aumentano il fabbisogno della vitamina D. Una forma sintetica e tossica di vitamina D è aggiunta al latte di soia.
  •     Le fragili proteine della soia vengono particolarmente alterate (denaturate) durante i trattamenti ad alta temperatura per produrre proteine isolate e proteine vegetali testurizzate.
  •     Il trattamento delle proteine della soia comporta la formazione della lisinalanina, sostanza tossica, e di nitrosamine altamente cancerogene.
  •     Durante la lavorazione della soia si forma il Glutammato Monosodico (MSG) sostanza riconosciuta come potente neurotossina ed ulteriori quantità vengono aggiunte a molti prodotti a base di soia per correggerne il sapore poco gradevole.
  •     Gli alimenti derivati dalla soia contengono elevate quantità di alluminio, metallo molto tossico per i reni e per il sistema nervoso.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

La sindrome da intossicazione da rame

Conoscete qualcuno che soffre di persistente mal di testa, artrite, stanchezza, insonnia, malattie cardiache, caduta di capelli senza un apparente causa, depressione e ricorrenti stati d’ ansia, irritazioni e infezione croniche (anche della pelle), atteggiamento disinteressato, disturbi dell’ apprendimento o sintomi premestruali?

Questi possono essere sintomi provocati da una carenza, o da un eccesso oppure  da “non-biodisponibilità” del rame. E’ una condizione di squilibrio nutrizionale molto comune, sebbene spesso non sia riconosciuto, in parte perchè non è sempre facile da individuare.

Il rame è un minerale traccia essenziale sia per la salute fisica che psichica dell’ essere umano, e un’ eccessiva presenza può essere molto pericolosa. Nonostante siano state eseguite numerose ricerche scientifiche, la sua importanza per la salute è ancora largamente sottostimata. Il seguente articolo è un’ introduzione al vasto campo di ricerca riguardante lo squilibrio del rame, che da molti tempo è profondamente indagato dall’ equipe del Dr. Paul C. Eck, uno delle massime autorità americane al riguardo.

La presenza del rame nel corpo umano è determinante per la produzione di energia cellulare, ma è pure indispensabile per la conduzione dei segnali nervosi, la formazione dei tessuti connettivi, l’ attività dell’ apparato cardiovascolare e del sistema immunitario. Il rame è strettamente correlato al metabolismo degli estrogeni (ormoni), ed è indispensabile per la fertilità della donna e per il proseguimento della gravidanza. Il rame stimola la produzione di una parte dei neurotrasmettitori come l’ adrenalina, la noradrenalina e la dopamina, ma è anche richiesto per la produzione di un enzima, la monoaminossidasi, indispensabile per la produzione della serotonina, che da più parti è stato derfinita il neurotrasmettitore del benessere.

Per chiunque è possibile ritrovarsi intossicato dal rame, oppure in uno stato di carenza, o nella condizione definita di “non biodisponibilità”, intendendo che anche se il rame è dentro di noi, non possiamo utilizzarlo. Quando non è biodisponibile, il soggetto può presentare sintomi sia da carenza che da intossicazione. Questo succede perchè il rame è presente in eccesso in alcuni organi e tessuti del corpo, ma non è disponibile in altre aree vitali.

Ai nostri giorni, molti bambini nascono con un eccesso di rame. Il metallo è “travasato” dalle madri ai loro figli attraverso la placenta.  Qualsiasi tipo di stress contribuisce a creare uno squilibrio del rame, perchè è in grado di ridurre l’ attività delle ghiandole surrenali e di abbassare il livello dello zinco. E’ interessante notare che ogni qualvolta diminuisce la presenza di quest’ultimo metallo, il rame tende ad accumularsi.

La riduzione della presenza di zinco nei terreni agricoli e il contemporaneo aumento dell’ uso di antiparassitari contenenti rame (es. il solfato di rame nei vigneti), il consumo di farine raffinate dalle quali è stato rimosso e la tendenza verso una dieta vegetariana, sono fattori che possono favorire l’ eccesso del rame. Infatti, la fonte più importante di zinco è la carne, mentre il rame è maggiormente presente nelle proteine vegetali come i legumi (soia, fagioli, lenticchie, ecc,), i semi, le noci, i cereali integrali ed il cacao. In molte abitazioni i tubi dell’ impianto idrico sono fatti di questo metallo, con la reale possibilità che la sua concentrazione nell’ acqua aumenti, così come può avvenire cuocendo i cibi in pentolame di rame, con l’ uso della “spirale” e della “pillola” per la contraccezzione. Anche le carenze di manganese, ferro, vitamine del gruppo B e della vitamina C possono provocare un’ accumulo di rame.

I metalli vengono trasportati nel sangue da specifiche proteine dette metallotionine. Come l’ emoglobina lo è per il ferro, così la ceruloplasmina è il più importante “trasportatore” del rame.  Sono gli ormoni delle ghiandole surrenali che fanno produrre al fegato questa proteina, e un fegato “pigro” o surrenali deboli possono provocare il depositarsi del rame nei tessuti (principalmente nel fegato, cervello e organi femminili).

Le donne tendono ad avere livelli di rame più elevati degli uomini, il che comporta soffrire di un maggior numero di sintomi iprovocati da uno squilibrio di questo metallo. Questi comprendono infezioni fungine (candida), emicrania e cefalea, acne in età adulta, numerosi sintomi mestruali e depressione.  Le donne intossicate da rame sono spesso “dominate” dagli estrogeni, e possono ottenere benefici da una terapia a base di progesterone che ne controbilancia l’ eccesso. Da notare che alcuni pesticidi imitano l’ effetto degli estrogeni naturali contribuendo ulteriormente allo squilibrio.

Gli uomini, al contrario, dovrebbero essere “zinco dominati”. Lo zinco, elemento mascolino, controbilancia il rame e risulta essenziale per l’ attività riproduttiva dei maschi.

Oggi, comunque, molti uomini presentano sintomi d’ intossicazione da rame che includono depressione, stati d’ ansia e cambimanti rapidi dell’ umore. Infine, sono iniziate ricerche scientifiche per comprendere il ruolo del rame nell’ angiogenesi  tumorale, cioè la capacità di creare nuovi vasi sanguigni da parte delle cellule cancerose, condizione che permette loro di ricevere grandi quantità di sangue per poter moltiplicarsi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

La nutrizione ortomolecolare

La Nutrizione Ortomolecolare si occupa degli aspetti della nutrizione umana basata sulla somministrazione di vitamine, aminoacidi, proteine,  minerali, metalli ed altre sostanze in quantità ponderali, tramite l'alimentazione e/o gli integratori alimentari. O viceversa sull' evitare l'assunzione di queste sostanze, tramite le scelte più opportune dei cibi. Ponderali significa in quantità misurabili come peso, contrariamente a quanto avviene, ad esempio in omeopatia od oligoterapia. La quantità di sostanze somministrate è una della differenze principali rispetto alla oligoterapia, che in alcuni casi usa le stesse sostanze ma in quantità  molto più ridotte.

Trattando di alimentazione, la Nutrizione Ortomolecolare prende in esame, sotto alcuni aspetti, anche le acque minerali. Gli interventi sono volti a sopperire alla carenze o a ripristinare i corretti equilibri tra sostanze antagoniste, come ad esempio il rapporto tra sodio e potassio all’ interno delle cellule.

L’ uomo è costituito per circa il 63% da acqua, per il 22% da proteine, per il 13% da grassi e per il 4% da minerali e vitamine.

Da un punto di vista ancora più elementare, prettamente chimico, siamo composti principalmente da ossigeno (65% circa), carbonio (17% circa), idrogeno (10% circa), azoto (3% circa), minerali (5% circa).

Ogni singola molecola di cui è composto l’ organismo umano, deriva dagli alimenti che consumiamo e dall’ acqua che beviamo.

Nutrirsi di cibi della migliore qualità e nella giusta quantità aiuta ad ottenere il massimo potenziale di buona salute e di vitalità e a tenere lontane le malattie.

La dieta moderna si è notevolmente allontanata dalla giusta assunzione e dal miglior equilibrio dei nutrienti.

Ciò è dovuto al fatto che mentre per la quasi totalità della storia dell’ umanità, si sono verificati soltanto piccoli cambiamenti a livello globale, in quest’ ultimo secolo appena terminato, ma soprattutto nell’ ultimo ventennio, abbiamo iniziato a fare un uso maggiore di grassi denaturati (forma trans) e polinsaturi, che si ossidano con facilità, e di zuccheri raffinati. Ogni sondaggio mostra che anche coloro che credono di seguire una dieta ben bilanciata, non riescono assolutamente a raggiungere la quantità ideale di vitamine, carboidrati complessi e sali minerali.

Inoltre c’è da considerare il fatto che in agricoltura si fa uso da molto tempo di sostanze chimiche completamente estranee al ciclo biologico delle piante e degli animali, con conseguenze disastrose sull’ equilibrio biologico del terreno.

Sostanze come i pesticidi o i diserbanti rimangono come residui nei cibi dando luogo a fenomeni di tossicità cronica.

Questo modo di produrre dà come risultato non solo cibi inquinanti, ma anche scadenti dal punto di vista organolettico e poveri di sostanze nutritive, specialmente in vitamine e sali minerali.

La nutrizione ideale non è una soluzione nuova, molti grandi personaggi del passato l’ avevano già prospettata.

Nel 390 A.C. Ippocrate avevo dichiarato: fate sì che il cibo sia la vostra medicina e la medicina sia il vostro cibo. Edison all’ inizio del XX secolo disse: il medico del futuro non prescriverà medicine, ma farà si che i suoi pazienti si interessino alla cura della loro costituzione, della dieta, delle cause e della prevenzione delle malattie.

Nel 1960, uno dei geni del nostro tempo, Linus Pauling due volte Nobel, coniò l’ espressione Nutrizione Ortomolecolare.

Fornendo all’ organismo le molecole giuste (orto), quasi tutte le malattie verrebbero eliminate. La Nutrizione ideale, disse, è la medicina del domani.

Nel 1984 Patrick Halford ha fondato a Londra l’ Institute for Optimum Nutrition (Istituto per la Nutrizione ideale) con l’intenzione di avviare ricerche e promuovere i principi di una nutrizione ottimale. I suoi studi hanno esaltato le virtù di una sana alimentazione e delle supplementazioni delle vitamine.

Aveva già allora messo in guardia dai pericoli derivanti dalla presenza di piombo nella benzina, dagli additivi (circa 75 mila quelli ora usati nel mondo) contenuti negli alimenti, dalle sostanze inquinanti presenti nell’acqua, dai cibi fritti e dai radicali liberi.

Negli ultimi decenni la nostra alimentazione è cambiata, in senso quantitativo e qualitativo, cosi velocemente da non lasciare il tempo al nostro organismo di adattarvisi. Come risultato sono comparse le malattie cronico-degenerative che costituiscono oggi la principale causa di malessere e di morte (cancro, malattie metaboliche come il diabete, cardiocircolatorie, artrosi, malattie autoimmunitarie).

Da quanto detto finora, sono convinto che la Nutrizione acquisterà un peso sempre maggiore nella prevenzione delle malattie.

Ormai la prevenzione diventa una necessità, non soltanto perchè il peso economico della spesa sanitaria è sempre più difficile da sopportare, ma anche perché, attraverso i mezzi d’ informazione, il pubblico comincia ad essere informato, ad esempio sulla possibilità di ridurre il rischio di tumore smettendo di fumare, evitando modi di cottura aggressivi, consumando più frutta e verdura fresche ed evitando le esposizioni eccessive al sole; o anche sulla possibilità di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari adottando una dieta ricca di acidi grassi della serie Omega 3.

Poiché la vita media si è allungata, meglio evitare seri guai alla salute ed avere una grande vitalità, aumentare il capitale salute ed essere in forma tramite una nutrizione che apporti tutte le sostanze indispensabili al buon funzionamento dell’organismo.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

La crescita e lo sviluppo dei bambini

Ai nostri giorni un gran numero di bambini non cresce in modo equilibrato.

Mentre molti hanno una crescita stentata, altri crescono molto in altezza ma sono “sottili”. Ai bambini che non presentano il rachitismo, può essere diagnosticata la PDD (Persistent Delayed Development = Sviluppo Ritardato Persistente), mentre in coloro che crescono molto rapidamente e sviluppano problemi ai legamenti, può essere diagnosticata la malattia di Osgood-Schlatter o altri tipi di sindromi simili.

Queste anomale condizioni stanno aumentando tra i giovani. L’ Analisi Minerale del capello (TMA) può aiutare a comprendere le cause e ad attuare un Programma Nutrizionale Bilanciato con lo scopo di correggerne gli squilibri.

Sempre più frequentemente i bambini iniziano la loro vita in modo terribile perché spesso le loro madri sono nutrizionalmente carenti e questa condizione viene passata ai loro figli, così come i micidiali metalli tossici che giungono al feto via placenta.

Una volta al mondo, spesso i piccoli sono sottoposti a numerose vaccinazioni, che contengono Alluminio e Mercurio o sostanze anche peggiori. A molti, in tenera età, vengono somministrati anche farmaci che aggravano il loro “carico” di sostanze tossiche.

Inoltre, i bambini non sempre sono allattati al seno per un periodo adeguato, o vengono svezzati troppo presto, e si nutrono soprattutto di zuccheri e alimenti “industriali”, contenenti centinaia di additivi chimici che non solo non hanno valore nutritivo, ma che sono noti per avere un effetto pesantemente “disturbante” sulla loro crescita, agendo negativamente sull’ equilibrio ormonale.

Questo è il rischioso inizio della vita che molti bambini hanno oggi nel mondo, anche se con livelli diversi di gravità.

I parametri ottenibili attraverso un Mineralogramma evidenziano, in generale, uno stato di ossidazione veloce (iperossidazione) con alti livelli di metalli tossici. Spesso compaiono basse concentrazioni di minerali essenziali come lo Zinco, il Cromo, il Selenio, ecc. Una crescita equilibrata del corpo richiede, in particolare, la presenza dello Zinco e sono numerosi gli indicatori di una sua carenza riscontrabili attraverso il TMA, e tra questi possiamo includere:

  • livello di Zinco inferiore a 10mg%
  • livello di Rame maggiore di 1,6mg% con quello dello Zinco basso
  • livello di Cadmio (metallo tossico) oltre lo 0,02mg%
  • livello di Fosforo pari o inferiore a 14mg%
  • rapporto Sodio/Potassio maggiore di 10:1

Questi sono solo alcuni dei parametri che indicano la carenza del metallo, o il suo mancato  utilizzo.

Lo Zinco è generalmente carente nella popolazione sia per il consumo di alimenti raffinati, sia per il sempre maggior impoverimento dei terreni. La carne, quella rossa in particolare, è l’ alimento a maggior concentrazione di Zinco, mentre i legumi lo sono per il Rame, suo, a volte, pericoloso antagonista.


Dr. Silvio Colussi MD-TM

sabato 23 gennaio 2016

L'era del cloro

Durante la prima guerra mondiale furono prodotti moltissimi gas tossici contenenti cloro quali il fosgene, il disforgene, il cloroacetone, le cloroarsine, la cloropicrina e l’ iprite, detto anche gas mostarda. Il 22 aprile 1915, in Belgio, dalle linee tedesche si liberò un fumo giallastro che, spinto dal vento, arrivò fino alle trincee degli anglo-francesi. Alla sera, tra quei soldati, si contarono 5.000 morti e 15.000 intossicati. Quel fumo giallastro era cloro gassoso. Il mondo era entrato nell’ era del cloro.

Una volta terminato il conflltto, le industrie, ormai attrezzate per la produzione del cloro, si preoccuparono di trovare “utilizzi pacifici” per questa pericolosissima e mortale sostanza. Il settore produttivo entrò quindi in una fase di espansione continua, fino ai giorni nostri, quando le conseguenze ambientali dell’ uso indiscriminato del cloro hanno cominciato a manifestarsi e ad essere seriamente indagato.

Più di 90.000 sostanze chimiche di sintesi (cioè NON esistenti in natura) vengono attualmente prodotte nel mondo, ma solamente per circa il 2% del totale sono disponibili sufficienti informazioni che riguardano il loro effetto sulla salute umana. L’ altissima velocità della produzione industriale di nuove sostanze chimiche, non permette che le indagini e le ricerche scientifiche possano stabilire la potenzialità dell’ eventuale impatto negativo sull’ ambiente e sulla salute umana. Per tentare di salvaguardare questi due valori basilari, le varie strategie nazionali ed internazionali hanno finora mirato alle singole sostanze tossiche, cercando di stabilire delle concentrazioni “accettabili” nell’ acqua, aria, cibi, sangue, nel latte materno ecc.

In pratica, questo significa che un certo numero di cittadini morti o gravemente malati, così come elevati livelli di singoli inquinanti tossici dispersi nell’ ambiente, possono essere tollerati sia biologicamente che politicamente.

Questa serie di rapporti non pretendono di dare risposte a tutti gli interrogativi che sorgono quando si parla di attività petrolchimiche, ma è un tentativo di offrire un’ aggregazione di dati e situazioni finora estremamente slegati tra loro, proprio perchè questo modo impreciso e parziale di affrontare i problemi della salute ed ambientali va oggi decisamente combattuto e modificato.

Molte sostanze contenenti cloro (clororganici) si accumulano nei tessuti degli organismi viventi. Vista la loro maggiore solubilità negli oli e nei grassi, piuttosto che nell’ acqua, essi tendono a spostarsi dall’ ambiente verso i tessuti grassi degli organismi viventi. Per esempio la 2,3,7,8-TCDD (tetracolorodibenzo-p-diossina) si accumula nei pesci in concentrazioni 159.000 volte maggiori di quelle riscontrate nell’ ambiente acquatico circostante (USEPA 1988). Questo rapporto è definito il “fattore di bioaccumulazione”.

Gli esseri umani occupano una posizione ai vertici della catena alimentare, risultando i più esposti all’ accumolo dei clororganici. Questi, sebbene nella loro maggioranza possono resistere a qualsiasi tipo di escrezione ed alterazione biochimoca naturale, possono essere eliminati dal corpo umano tramite il sangue, il liquido seminale ed il latte materno.

I composti clororganici sono quindi trasferiti da una generazione all’ altra in dosi probabilmente maggiori. I feti ricevono significative quantità di clororganici attraverso la placenta. Una volta nati essi ne ricevono dosi anche maggiori attraverso il latte materno, perchè queste sostanmze si sono accumulate nel corpo della madre.

Spesso il rilascio di clororganici in ambiente è immediato e diretto. Per esempio, quello derivato dall’ utilizzo dei pesticidi è stato descritto come il caso più lampante di inquinamento “intenzionale”. Soltanto una minuta frazione raggiunge l’ obbiettivo. Il rimanante; in una percentuale superiore al 99% è praticamente gettato via, disperso nell’ ambiente dal vento, dal dilavamento dei suoli, dal percolamento della falda acquifera.

I lavoratori dell’ industria cartaria che utilizza il cloro come sbiancante sono sottoposti ad un aumentato rischio di contrarre tumori al sistema linfatico ed allo stomaco. Almeno 18 studi hanno correlato l’ insorgenza di alcuni tipi di cancro nell’ uomo per l’ uso di acque potabili trattate con il cloro. Uno studio dell’ ormai lontano 1988 aveva rilevato che un gruppo di non fumatori che aveva utilizzato acqua clorata per 50 anni mostrava un tasso di cancro alla vescica superiore di quattro volte rispetto ad un gruppo che controllo dissetato con acqua non clorata. Anche il cancro al colon è stato messo in relazione all’ uso di acqua clorata (Murphy 1990).

Il cloro è una sostanza estremamante reattiva che tende a combinarsi in tempi rapidissimi con il materiale organico e non, con il quale viene a contatto, agendo come un potente ossidante. Anche la sostanza clororganica meno tossica può generare uno dei più formidabili ecocidi ad un certo punto del proprio ciclo di vita.

Come sbiancante il cloro reagisce, distruggendole, con le molecole naturali che causano macchie o colorazioni indesiderate. Come disinfettante esso distrugge i germi ed altri organismi viventi. Noi siamo tra questi ultimi.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Il mercurio: un'emergenza ambientale e sociale

I composti inorganici di Mercurio gettati nelle acque o diffusi nell’ aria, arrivano facilmente all’ uomo. Il Mercurio è da sempre importante in farmacologia ed entra nella formulazione di diuretici, antibatterici, antisettici, unguenti, deodoranti, ecc. Ma è in agricoltura (insetticidi e ratticidi) e nell’ industria che il suo impiego è sempre più esteso portando spesso a frequenti intossicazioni, spesso non riconosciute, di persone ed animali. Altre fonti importanti per l’ assunzione sono i vaccini, i funghi, il pesce, il fumo di sigaretta, di legna e di carbone, le amalgame dentali (circa il 50% della loro composizione è Mercurio), gli algicidi usati nelle piscine, le cere per pavimenti, gli ammorbidenti e la candeggina (usato nella sua produzione).

Un grammo di Mercurio contiene 3.002.861.273.119.993.170.828 atomi.

Un solo grammo di Mercurio è in grado di inquinare irreparabilmente 20.000 Kg di alimenti (normativa CEE) o un lago largo 300 metri in misura da non renderlo più pescabile a norma di legge (129, 495).

Si tratta del più tossico fra gli elementi conosciuti .

Il Mercurio si deposita principalmente nel cervello (cervelletto, zona sottocorticale ed area audio-visiva), fluido spinale, cuore (danni valvolari), fegato, reni, pancreas.

 Quadri clinici che suggeriscono accumulo di MERCURIO

Attacchi cardiaci  °  Danni cerebrali  °  Iperattività infantile ° Modificazioni del comportamento   °  Irritabilità e cambiamenti frequenti dell’ umore ° Parkinson ° Perdita della capacità di parlare   °    Tremori e tics Autismo  °  Insonnia °  Mal di testa ° Perdita di memoria, della vista e dell’ udito  °  incoordinazione muscolare  °   Affaticamento  (per danni alle surreni, tiroide, ipofisi, pancreas) °  Allucinazioni    °   Psicosi e schizofrenia     °   Atassia   Stomatite °  Diabete mellito tipo II   °   Oscillazione dei denti   °  Aborto Gusto metallico in bocca  °  Ipersalivazione   °  Leucemia  °  Dolori agli arti Dolore lombare-renale   °   Disfunzioni del Sistema Immunitario   °   Anemia           Nefropatia con proteinuria    °  Asma   °   Allergie cutanee, prurito, esantemi Disturbi vasomotori (vampate, sudorazioni, ecc.)  °   Ipertensione

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Il cancro: una convinzione ed alcune considerazioni

E’ mia convinzione che la causa primaria che accomuna la comparsa dei vari tipi di cancro stia nell’ intossicazione delle cellule, delle nostre cellule.

In qualche modo (aria, acqua, fumo, droghe, cibo, farmaci, ecc.) si sono introdotti elementi “velenosi” incompatibili con la produzione delle normali reazioni chimiche che ci permettono di vivere. E’ di questi giorni la notizia che la Commissione Europea ha invitato l’ Italia a rispettare i livelli di legge per quanto riguarda le sostanze tossiche (erbicidi, fungicidi, insetticidi) presenti nelle acque superficilai e sotterranee. Ne sono stati individuati 118 pesticidi, ma anche Arsenico, Fluoro e Boro con livelli che, in alcune Regioni italiane, supera di cinque volte il massimo consentito.. Sono acque che escono dai rubinetti delle nostre case.

E’ come se in una catena di montaggio venissero introdotti pezzi estranei: il prodotto finale non sarà uguale al disegno originario........ecco il cancro, ma non solo.

Viviamo in un epoca di grandi contraddizioni. Sempre più frequentemente ci vogliono far intendere che il bianco è uguale al nero, e viceversa, e che la Natura ci stà diventando ostile. Abbiamo forse dimenticato che proprio in Natura esiste, da sempre, “la legge del più forte”?

Per essere tali, quando ci sediamo a tavola per mangiare, è “gioco forza” nutrirci, non solo saziarci. E’ VITALE conoscere se ciò che “metto dentro” agirà a mio favore, se ciò che mangerò non mi avvelenerà! Di veri e propri veleni stiamo parlando. Additivi, tanti additivi presenti in tutti i cibi che introduciamo TUTTI i giorni, e ora anche i derivati dagli OGM (organismi geneticamente modificati).

Non sto scrivendo nulla di nuovo. Affermati e stimati Scienziati da tempo lo ribadiscono con forza: il momento in cui andiamo a fare la spesa dei prodotti alimentari, ci giochiamo la salute.

Ma anche la loro preparazione gioca un ruolo fondamentale. Che alimento uscirà dal forno a micronde? Solo caldo o c’è qualcosa di più o in meno? Che cosa avrà assorbito la carne cotta sulla brace? E i “precotti”? E che dire dei “fuori stagione”?

Tutto ciò che acidifica il nostro organismo apre le porte alla malattia, sia essa degenerativa o infettiva. Lo stato di acidosi è il presupposto per concedere “spazio” alla “NON-VITA”.

Non dobbiamo considerare “acidificanti” solo gli alimenti, ma l’ insieme degli stress a cui siamo sottoposti quotidianamente, anche se in varia misura, e che si possono riassumere in:

stress psicologici, alimentari, l’ esaurimento fisico, gli effetti collaterali dei farmaci e gli effetti delle droghe, l’ inquinamento elettromagnetico, le radiazioni, la contaminazione microbica, il sovraccarico allergenico, le variazione di temperatura e i PENSIERI NEGATIVI.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

I pericoli del forno a micronde

La cottura nel forno a microonde non è naturale e tanto meno salutare.

Questa oggi è una delle più importanti cause di malattia, e sicuramente è una delle meno conosciute.

La mancanza di un’ informazione che sia veramente corretta, conduce milioni di persone a scelte che contribuiscono a creare un precario stato di salute, sacrificando spesso il proprio benessere in cambio della comodità offerte da tecnologie (telefoni cellulari, forni a microonde, ecc.) che non forniscono assolutamente garanzie d’ innocuita.

Cenni storici

Fu durante la Seconda Guerra mondiale che la cottura a microonde fu sviluppata da scienziati tedeschi, che per fornire un supporto logistico durante l’ invasione della Russia, idearono un apparecchio che permettesse la preparazione in tempi ridotti di un gran numero di pasti da fornire alle truppe

Dopo la guerra gli alleati scoprirono le documentazioni delle ricerche mediche tedesche eseguite su questi apparecchi, e le trsferirono negli USA per ulteriori approfondimenti scientifici.

I Russi, che eseguirono una ricerca molto seria sugli effetti biologici, dichiararono, nel 1976, fuori legge questi apparecchi, avvisando al contempo la comunità internazionale dei rischi biologici e ambientali che possono derivare dall’ uso di questi forni.

Le microonde sono una forma di energia elettromagnetica come quelle della luce o della radio. La moderna tecnologia le utilizza per trasmettere a grandi distanze messaggi telefonici, programmi televisivi, informazioni da e per satelliti, ecc.

L’ energia delle onde cambia di polarità, dal positivo al negativo, per un dato numero di volte durante ogni ciclo. Ogni forno produce una radiazione della lunghezza d’ onda di circa 2450 megahertz (MHz) che interagisce con le molecole dei cibi.

Mentre nei forni tradizionali il calore passa dall’ esterno verso l’ interno del cibo, in quelli a microonde avviene il processo opposto.

Le microonde bombardano il cibo all’ interno, a livello cellulare, facendo cambiare la polarità delle molecole ad una frequenza di circa 100 milioni di volte al secondo. Questo movimento provoca una frizione che provoca calore che “riscalda” il cibo. Purtroppo questa forza violenta deforma e danneggia la struttura delle molecole rendendo estremamente nocivo l’ alimento che è stato scongelato, riscaldato o cotto in questo tipo di forno.  Non è più cibo, ne ha conservato solo la forma esteriore.

L’ Università del Minnesota (USA) ha fatto pubblicare nel 1989 un avvertimento alle famiglie riguardo al riscaldamento del latte per i neonati: Il riscaldamento nei forni a microonde provoca la perdita delle vitamine e nel caso del latte materno vengono distrutte alcune sue proprietà protettive.

La dott. Lita Lee, su Lancet del 9 dicembre 1989 ha scritto: “ Le microonde agiscono in modo nefasto sugli aminoacidi (componenti di tutte le proteine) trasformandoli in forme biologicamente inattive. Inoltre, uno di questi, la L-prolina, è stato trasformato nel suo

D-isomero, di cui si conoscono le sue caratteristiche neurotossiche (nocive al sistema nervoso) e nefrotossiche (nocive ai reni).”

Il seguente è un breve resoconto degli studi eseguiti in Russia e pubblicati sull’ Atlantis Raising Educational Center di Portland, Oregon (USA).

In quasi tutti i cibi testati sono stati trovati composti cancerogeni. I tempi di esposizione dei cibi alle microonde NON sono stati maggiori di quelli necessari per gli scopi prescelti, cioè cottura, scongelamento o riscaldamento.

Nel forno a microonde:
  •     il latte e cereali trasformano alcuni dei loro aminoacidi in sostanze cancerogene.
  •     anche esposizioni molto brevi di verdure crude, cotte o scongelate trasformano i loro alcaloidi in cancerogeni.
  •     lo scongelamento di frutta trsforma il contenuto di glucosidi e di galattosidi in sostanze cancerogene.
  •     avviene, nelle verdure, la formazione di radicali liberi cancerogeni, specialmente nelle radici (carote, barbabietole, rape, ecc.)
  •     nella carne riscaldata, si formano d-nitrosodietanolamine, note per essere cancerogene. Inoltre avviene anche una degradazione delle proteine.
  •     diminuzione del valore nutritivo dal 60 al 90% in tutti gli alimenti testati; diminuzione della biodisponibilità del complesso delle vitamine B, della C ed E, dei minerali essenziali e dei fattori lipotropi (sostanze che sono capaci di modificare il metabolismo dei grassi).

E’ sorprendente constatare come fino ad ora siano stati eseguiti pochissimi stuti scientifici sugli effetti delle microonde sui cibi, considerando la progressiva diffusione di questi apparecchi.

Nel 1991 ci fu una causa civile per una donna deceduta dopo una trasfusione di sangue che era stato pre-riscaldato in un forno a microonde.

Anche rimanere per alcuni minuti accanto ad un forno a micoonde in funzione può essere etremamente pericoloso. Sappiamo che le cellule “esplodono dentro al forno”, provare a friggere un uovo. Noi siamo composti di miliardi di cellule (circa 80 mila miliardi), e possiamo immaginare quante potrebero essere danneggiate dalla vicinanza ad un forno a microonde in funzione per 5-10 minuti.

I vari studi scientifici, svizzeri, tedeschi e russi, ecc hanno portato tutti alle stesse conclusioni. Alimentarsi troppo frequentemente o addirittura in modo continuativo con cibi cotti o comunque trattati nel forno a microonde provoca o può provocare:
  1.    interruzione e/o alterazione della produzione degli ormoni maschili e femminili.
  2.    riduzione o alterazione delle vitamine, dei minerali, delle proteine, dei grassi, e degli altri nutrienti. In questo modo l’ organismo riceve poco o nessun beneficio.
  3.    peggioramento dei rapporti tra colesterolo HDL e LDL.
  4.    i minerali dei vegetali sono trasformati in radicali liberi cancerogeni.
  5.    crescita dei tumori intestinali e dello stomaco.
  6.    aumento di cellule cancerogene nel sangue.
  7.    deficienze immunitarie dovute ad alterazioni delle ghiandole linfatiche e del siero ematico.
  8.    perdita di memoria e di capacità di concentrazione, instabilità emotiva e diminuzione dell’ intelligenza.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Il pericoli dei grassi polinsaturi

E’ stato sempre sostenuto che i grassi migliori per l’ essere umano sono i polinsaturi e che i grassi saturi provocano cancro e malattie cardiache. Il risultato di queste martellanti affermazioni “scientifiche” è stato che sono avvenuti cambi fondamentali nella dieta dei Paesi occidentali.

       All’ inzio del ventesimo secolo, la maggior parte dei grassi della dieta erano saturi o monoinsaturi, provenienti fondamentalmente dal burro, lardo, sego, olio di cocco e da una piccola quantità di olio di oliva. Attualmente la maggior parte dei grassi della dieta sono polinsaturi derivanti da oli vegetali ricavati dalla soia, mais, girasole, arachide, ecc.

       Le diete moderne possono contenere oltre il 30% di calorie provenienti da oli polinsaturi, e le più attuali ricerche scientifiche indicano che questa quantità è troppo elevata. L’ indirizzo migliore consiglia che l’ assunzione di polinsaturi non dovrebbe essere maggiore del 4% delle calorie totali con una proporzione approssimativa di 2% di Acido Linolenico Omega 3, e 2% di Acido Linoleico Omega 6.

       Il consumo degli EFA (Acidi Grassi Essenziali) in queste percentuali si ritova nelle popolazioni delle regioni temperate e tropicali il cui consumo di oli polinsaturi deriva da piccole quantita presenti in legumi, cereali, noci, vegetali verdi, pesce, olio di oliva e grassi animali, ma non da oli vegetali industriali o dalla margarina.

       Un’ eccessivo consumo di oli polinsaturi ha dimostrato di contribuire ad un elevato numero di patologie che includono cancro e malattie cardiache, disfunzioni immunitarie, danni al fegato, polmoni, organi riproduttivi, disordini digestivi, ridotta abilità ad apprendere, disturbi della crescita ed aumento di peso.

      Una ragione del perché i Polinsaturi provochino così tanti problemi alla salute è che essi tendono ad ossidarsi o irrancidirsi quando sono soggetti al calore, all’ ossigeno e umidità, come avviene nella cottura e nella lavorazione. Gli oli rancidi sono caratterizzati da radicali liberi che rendono tali composti, dal punto di vista chimico,  estremamente reattivi. Attaccano le membrane cellulari e i globuli rossi provocando danni all’ elica del DNA/RNA, inducendo mutazioni nei tessuti, nei vasi sanguigni e nella pelle. I radicali liberi che danneggiano la pelle provocano rughe ed invecchiemento precoce, quelli nei tessuti promuovono i tumori, quelli che danneggiano i vasi sanguigni provocano la formazione delle placche.

       Recenti studi hanno evidenziato la relazione tra l’ esposizione ai radicali liberi e l’ invecchiamento precoce, con malattie autoimmuni come l’ artrite, il Parkinson, la malattia di Lou Gehring, l’ Alzheimer e la cataratta.

Troppo omega-6

       I problemi associati con un eccesso di polinsaturi sono ingigantiti dal fatto che la maggior parte degli oli vegetali polinsaturi commerciali sono nella forma di acido linoleico Omega-6 (doppio insaturo), con una molto piccola quantità del vitale acido linolenico Omega-3 (tripplo insaturo). Recenti ricerche hanno rivelato che troppo Omega-6 nella dieta provoca una squilibrio che interferisce con la produzione di importanti Prostaglandine. Tale squilibrio può indurre una maggior tendenza alla formazione di:
  •     coaguli sanguigni,
  •     infiammazioni,
  •     pressione  sanguigna elevata,
  •     irritazioni del tratto digestivo,
  •     diminuzone dell’ attività del sistema immunitario,
  •     sterilità,
  •     proliferazione cellulare,
  •     cancro,
  •     aumento di peso.

Troppo poco omega-3

Questo acido grasso è necessario per l’ ossidazione cellulare, per metabolizzare importanti aminoacidi contenenti Zolfo e per matenere un adeguato equilibrio nella produzione delle prostaglandine. Carenze sono state associate all’ asma, malattie cardiache e deficienze nell’ apprendimento.

La maggior parte degli oli vegetali in commercio contengono minime quantità di acido Linolenico (Omega-3) e grandi quantità di acido Linoleico (Omega-6). Inoltre, la moderna agricoltura e le manipolazioni industriali hanno ridotto l’ Omega-3 anche nei vegetali, uova, pesce e carne. Per esempio, le uova della galline che possono cibarsi di insetti e piante verdi, contengono Omega-6 e Omega-3 in rapporto benefico di circa uno a uno; ma le uova che provengono da allevamenti industriali possono contenere oltre 19 volte di più Omega-6 rispetto all’ Omega-3.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

giovedì 21 gennaio 2016

I grassi "strani"

Da qualche decennio la Medicina si ostina a parlare dei pericoli dei grassi senza però indicare quali. Ricordo, in primis, che la membrana cellulare è costituita da una doppio strato di grassi (fosfolipidi), che determina i "confini" della cellula stessa. In questo doppio strato di lipidi si trovano una serie di canali e di pompe che hanno il compito di muovere materiali dentro e fuori la cellula. Sulla stessa membrana sono posizionati anche recettori, simili ad antenne, che interagiscono con molecole circolanti come gli ormoni.

Aver favorito, con l' apporto determinante della classe medica, campagne d' informazione terroristiche nei confronto dei grassi e non aver ancora recepito il micidiale pericolo dello zucchero, ha fatto sì che moltissime persone abbiano ridotto il consumo dei grassi, anche di quelli sani, e  aumentato l' assunzione di cibi contenenti zuccheri e dolcificanti artificiali. L' inevitabile conseguenza è stata l' aumento di sovrappeso e obesità della popolazione. Assecondando questa scelta disgraziata, in modo assolutamente interessato, l' industria alimentare ha lanciato una miriade di prodotti "zero grassi", che sono però in genere più ricchi di zuccheri e di altre sostanze chimiche nocive.

E' quantomeno strano che la classe medica non si sia preoccupata in ugual maniera dei pericolosissimi grassi sintetici idrogenati (i grassi "strani") che sono introdotti a piene mani in moltissimi alimenti dalle industrie alimentari. Questi grassi, che non vengono riconosciuti dal corpo, richiedono tempi di smaltimento molto lunghi, fino a quasi due mesi per l' eliminazione del 50%, e sono estremamente tossici per l' organismo.

E' opportuno elencare alcuni dei numerosi e gravi effetti dei grassi idrogenati:
  •     Agiscono negativamente sulle membrane cellulari e sul trasporto di 
  •     Aumentano le patologie infiammatorie (ictus, cancro, allergie, infarto, artrite reumatoide, Lupus, sclerosi mutipla).
  •     Aumentano il colesterolo totale con abbassamento delle HDL (colesterolo buono) e aumento delle LDL (colesterolo cattivo).
  •     Aumentano il rischio di danno ossidativi da radicali liberi.
  •     Interferiscono con la capacità disintossicante del fegato aumentando il rischio di accumulo nel corpo di sostanze velenose e cancerogene.
  •     Disturbano l' attività del sistema immunitario (le nostre difese).
  •     Aumentano la produzione d' insulina (per resistenza periferica alla sua azione) e il rischio di diabete mellito.

Viene spontaneo chiedersi come mai questi grassi artificiali non siano annoverati tra i veleni e venga impedita la loro produzione e commercializzazione.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

I disturbi cardiocircolatori e il mineralogramma

Le malattie cardiovascolari rappresentano una serie di alterazioni funzionali del sistema circolatorio e del cuore provocate da una serie di concause che conducono alla crisi finale identificabile in importanti, e a volte mortali alterazioni del ritmo cardiaco, nell’ infarto o nell’ ictus.

Effettuando un Mineralogramma è possibile individuare alcuni squilibri della concentrazione e, soprattutto, dei rapporti tra alcuni minerali che sono direttamente coinvolti nel corretto funzionamento del cuore e dell’ intero sistema circolatorio, così come è possibile evidenziare l’ accumulo di Cadmio e Mercurio, metalli tossici sicuramente coinvolti nella comparsa di malattie cardiache. Anche la carenza di Manganese, Calcio, Magnesio e Rame  risultano determinanti.

Sono sette i rapporti tra i Minerali che vengono presi in considerazione per valutare il rischio d’ incorrere in malattie cardiovascolari:

    - Rapporto Calcio/Potassio  (normale 4,00/1)

Se aumentato: maggior quantità dei grassi circolanti nel sangue (trigliceridi).

Se ridotto: aumento della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e della possibilità di lesioni vascolari.

    - Rapporto Calcio/Fosforo  (normale 2,50/1)

Se aumentato:  eccessiva attività del Sistema Nervoso Parasimpatico che favorisce l’ evoluzione di tipo cronico che conduce all’ arteriosclerosi.

Se diminuito: eccessiva attività del Sistema Nervoso Simpatico che comporta una costrizione dei piccoli vasi sanguigni, con aumento della pressione sanguigna e della concentrazione del Sodio favorendo la comparsa di patologie cardiovascolari acute.

    - Rapporto Sodio/Magnesio  (normale..........)

Se elevato: produzione eccessiva degli ormoni delle ghiandole surrenali che comporta una maggior ritenzione di Sodio nelle cellule che, come ben conosciuto, fa elevare la pressione del sangue.

    - Rapporto Calcio/Magnesio (normale 6,67/1)

Se elevato: il Calcio eccedente si deposita nei tessuti molli, come le arterie, riducendone l’ elasticità e impedendo di fatto il normale flusso sanguigno.

    - Rapporto Sodio/Potassio  (normale 2,50/1)

Se ridotto: condizione presente nel catabolismo (distruzione) delle proteine. In altre parole, è una situazione che facilita la comparsa di microlesioni e microtraumi delle pareti dei vasi sanguigni che tenderanno a sviluppare aterosclerosi. Il  rapporto Sodio/Potassio è considerato il più importante parametro del Mineralogramma.

Si può così comprendere che il Mineralogramma può essere di aiuto nel valutare se ci si trova in una condizione biologica favorente la comparsa di disturbi cardiocircolatori, individuando le disfunzioni metaboliche di base e consentendo di impostare la vera prevenzione.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

I bioalimenti

E’ sempre più difficile “nascondere” l’ evidenza negativa (ma fortunatamente non sempre) dell’ ambiente che la nostra società ogni giorno ci offre.

Anche volendolo, l’ inquinamento ambientali, i concimi chimici, gli stress psicologici di tutti i giorni, per non parlare di ciò che finisce nel nostro piatto o nel nostro corpo quando ci “curiamo”, sono assolutamente all’ opposto di quello che necessitiamo per vivere in un modo almeno “decente”.

Tutti questi fattori ai quali quotidianamente ci esponiamo, letteralmente deteriorano le cellule del nostro corpo fino ad ucciderle.

Il ritmo a cui consumiamo è molto maggiore di ciò che i nostri cibi anche genuini sono in  grado di offrirci.

Ecco l’ esigenza imprescindibile di un alimentazione integrata.

A questo punto i concetti e le conoscenze della Nutrizione Ortomolecolare sono determinanti per contrapporre un azione efficace nei confronti di “esigenze” che molto hanno a che vedere con il mantenimento della salute.

Qualsiasi disagio fisico e mentale, secondo il doppio premio Nobel Linus Pauling, può essere messo in relazione con carenze nutrizionali che determinano una o più alterazioni, anche molto gravi, nel funzionamento di quella complicatissima e incredibile “macchina” che è il corpo umano. Basta anche un solo elemento mancante, delle decine necessarie per farla funzionare, che il “meccanismo” s’ inceppa, a volte senza possibilità di ripristino.

L’ alimentazione va perciò integrata, dopo attente valutazioni di tipo medico/biologico, con concentrati naturali di cibo ad alta “densità” vitaminica, proteica e minerale per andare a colmare i vuoti già esistenti, ma soprattutto per impedire che altri se ne formino.

Ancora una volta questa è: PREVENZIONE.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Gli aromi

Si calcola che nel mondo gli additivi chimici usati dalle industrie alimentari siano 71.000. Solo 3.000 di questi sono stati testati dall’ Agenzia per la Protezione dell’ Ambiente americana (E.P.A.).

Il gruppo aromi e fragranze è uno dei  7 settori merceologici dell’ Assochimica, e rappresenta 45 aziende operanti in Italia, 1/3 delle quali sono Multinazionali.

Tra gli aromi c’è anche l’ Aroma Panettone, Panettone Milano, Pizza, l’ aroma Burro, Fragola (fatto con il truciolato di una pianta australiana), Tartufo, Prosciutto cotto, Pollo, Fumo. L’ aroma di Menta è estratto da un batterio, aroma di Mandorle (benzaldeide), aroma di Mela (methyl-butanoato).

Il processo base per la produzione è identico sia per gli aromi aggiunti ai cibi che per quelli usati nei cosmetici o detersivi.

Gli aromi usati nell’ alimentazione spesso vengono aggiunti per recuperare o semplicemente per “perfezionare” la natura.  Tutti gli aromi nascono con gli alimenti. Se prendiamo ad esempio una banana, siamo in grado di estrarne quel particolare aroma, utilizzando una serie di strumenti tecnologici, e realizzarne un concentrato.

Il produttore di una torta alla banana, potrebbe trovare che aggiungere una aroma di banana rende più appetitoso il prodotto, dovrà decidere quale tipo di aroma usare:

- naturale

- “naturale identico”

- artificiale

Un buon esempio per descrivere queste differenze è la vaniglia.

Aroma naturale:

Il suo caratteristico aroma è dovuto ad una speciale sostanza chimica, la vanillina, che fù scoperta per la prima volta nel 1874. Quando questa viene estratta dal chicco di vaniglia viene classificata come “aroma naturale”. Gli aromi naturali devono necessariamente essere ottenuti da vegetali o animali.

Aroma “naturale identico”:

L’ industria degli aromi è in grado di analizzare le molecole che compongono un aroma. Se la struttura chimica di un determinato aroma è nota, è possibile, riprodurre la molecola e realizzarla industrialmente in laboratorio. Quando la struttura  chimica di un aroma presnte in natura viene copiata esattamente, si ottiene un aroma “naturale identico!. Gli aromi “naturali” e quelli “naturali identici” sono indistinguibili in termini di gusto e struttura chimica. La vanillina è un importante esempio di aroma “naturale identico”. Non è “artificiale” perchè è presente in natura e l’ uomo ha scoperto il modo per riprodurla.

Aroma artificiale:

Durante l’ analisi delle molecole che compongono un determinato aroma, i tecnici sono in grado di modificare tali molecole, rafforzandole e migliorando il gusto.

Per esempio, l’ Etilvanillina è una versione più forte della vanillina naturale o naturale identica e presenta caratterisctiche aromatiche tre o quattro volte più intense rispetto alla semplice vanillina. Malgrado molti ritengano che tali aromi abbiano un gusto “artificiale”, si rende talvolta necessario il suo utilizzo a causa dei costi di estrazione degli aromi naturali o di produzione di quelli naturali identici.

Molto spesso è il palato del consumatore ad esigere aromi più intensi.

Di seguito la formula per ottenere l’ aroma artificiale di ananas:

Aroma Proporzione
essenza artificiale di fragola (32 ingredienti) 200 parti
acetato d’ etile 100
acetaldeide   10
caproato di metile   50
valerianato di etile   20
caprilato di metile   50
beta-metiltiopropionato     4
caproato d’ allile 100
eptanoato d’ allile 100
pelargonato d’ allile 100
cicloessilpropionato d’ allile 100
metilamilchetone   10
acetato di geranile   20
butirrato di geranile   10
vaniglina   10
essenza d’ arancio della Guinea 116


Dr. Silvio Colussi MD-TM

Caffè si, caffè no

Non passa giorno che non mi venga chiesto di esprimermi sull’ opportunità di bere o meno il caffè. Fermo restando la tolleranza individuale ed il piacere del bere la tazzina di caffè, non possiamo sicuramente definire tale “liquido” indispensabile per la vita. Bere caffè significa introdurre caffeina (ma non solo) che eccita il sistema nervoso centrale e quello ghiandolare. Non possiamo berlo quotidianamente. Tutti gli stimolanti, inclusa la caffeina, possiedono effetti collaterali. Lo stimolo al sistema nervoso centrale attiverà successivamente le ghiandole surrenali e la tiroide, e può indurre, ma non sempre, un momentaneo piacevole aumento di energia. Quante sono le persone che sono “costrette” a bere il caffè al risveglio, perchè tale non è, per poter affrontare la giornata?

Ma allora, mi chiedo, a che serve a costoro il riposo notturno se si alzano più stanchi di quando si sono coricati? Potrebbe essere loro utile indagare sui perchè. Il troppo stimolo può condurre a tremori, irritabilità, insonnia o “qualità scadente” del sonno stesso, battito irregolare del cuore, riduzione dello zucchero nel sangue e nervosismo.

Ma se questi “segnali” sono abbastanza facili da percepire e possono far capire al bevitore di caffè di aver esagerato, ben più difficile è comprendere che, nel medio-lungo periodo, anche in assenza dei sintomi elencati, possa avvenire l’ indurimento delle arterie (arteriosclerosi), un aumentato rischio di diabete e di osteoporosi, d’ innalzamento del colesterolo nocivo (quello ossidato), di calcoli ai reni, di aborti, di disidratazione dei tessuti (pelle) e di perdita della memoria a breve termine.

Inoltre, la caffeina è un potente induttore dell’ enzima “aromatasi” che promuove la produzione degli estrogeni (ormoni femminili) partendo dagli ormoni maschili. Un eccesso di estrogeni può rivelarsi pericoloso, favorendo la formazione del cancro della mammella nella donna e di quello della prostata nell’ uomo. In quest’ ultimo può comparire deficit nella potenza erettile, aumento del grasso addominale e di quello delle mammelle,

La stimolazione continua della tiroide e delle ghiandole surrenali, provocherà, prima o poi, un loro “esaurimento”, con gravi conseguenze per l’ intero organismo. Non è poi difficile trovare casi in cui si è instaurato l’ effetto assuefazione.

In altre parole, per avere questi effimeri momenti di maggior energia, si deve assumere sempre più caffè, fino a quattro-cinque tazzine al giorno, ma anche di più, e con tale quantità raddoppia il rischio di ammalarsi di artrite. A tale proposito sono significativi i dati conclusivi di una ricerca, pubblicati da ricercatori finlandesi nella rivista scientifica "Annals of the rheumatic diseases" già nell’ anno 2000, che ha coinvolto 26 mila persone monitorate per circa 15 anni. La comparsa del Fattore Reumatoide è strettamente associata al numero di tazzine che vengono consumate giornalmente. Senza dubbio il caffè è una delle migliaia delle sostanze inquinanti, che purtroppo, spesso a nostra insaputa, entrano nel corpo.......ma in questo caso siamo noi a deciderlo.

Nota tecnica: il consumo del caffè è anche in relazione all' aumento della Omocisteina nel sangue (acido alfa-aminogamma-tiobutirrico prodotto intermedio del metabolismo transmetilizzante).

Normalmente l’ Omocisteina è in equilibrio fisiologico con l' Omocistina. Il suo aumento è ritenuto fattore di rischio aterogeno, indipendente dagli altri fattori di rischio, nel 30% dei cardiovasculopatici.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

mercoledì 20 gennaio 2016

Biocibernetica dello stress

L' antefatto è che l' Uomo è una Unità psicofisica composta dalla mente, dal corpo e dallo spirito interagenti tra loro. La Medicina allopatica, quella "ufficiale corrente", ha trascurato la possibilità di AUTOGUARIGIONE, pur avendo ridotto, in apparenza, alcune malattie infettivo-infiammatorie, non è riuscita a dare soluzione alle forme degenerative e autoimmuni.

La Biocibernetica fondata negli anni sessanta è una terapia che integra le tecniche psicologiche e le tecniche corporee. In tempi precedenti, l' intera gamma della materia vivente, dalle balene ai microbi, dalle sequoie alle alghe era considerata come un unico essere vivente in grado di manipolare l' atmosfera secondo le proprie necessità. In altre parole, la vita sarebbe un sistema complesso che si autoregola. Se, come scritto, l' essere umano non è un insieme di organi isolati, l' ARMONIA delle parti è la condizione essenziale per stare in salute. Una parte del cervello, chiamata mesencefalo, è stata molto trascurata e non si è considerato il fatto che MOLTE malattie insorgono dall' alterato rapporto con il sistema neurovegetativo, che a sua volta, ha strettissimi rapporti con il sistema limbico (le EMOZIONI).

Il Dr. Selye, autorevolissimo scienziato esperto dello stress e delle sue conseguenze, afferma che tale sistema attiva la risposta ad un "aggressione" indipendentemente dall' origine della stimolo, sia che provenga dall' esterno oppure dall' interno dell' organismo. In altri termini lo "stress" può essere originato da eventi psichici (lutti, abbandoni, incompatibilità relazionali, ecc.), chimici (farmaci, alcool, droghe, fumo di sigarette, inquinanti, ecc.), sonori, elettromagnetici (telefonini, antenne, ecc.) oppure da radiazioni ionizzanti (raggi X, raggi gamma). La conseguente reazione di risposta coinvolgerà, ogni volta, l' ipotalamo e l' ipofisi nel cervello, la tiroide, le ghiandole surrenali, il pancreas, le gonadi, (ovaie e testicoli). L' intero organismo dovrà, se in grado, aumentare le "spese" per affrontare e, quando possibile, neutralizzare l' evento.

La prima fase viene definita di "Allarme", che cessa una volta eliminata la causa del "disagio". Nei casi in cui il "disagio" perdura, l' organismo organizza una "Resistenza" che può durare anche anni. Successivamente alla fase di "Resistenza" comparirà quella di "Esaurimento" che conclude il "ciclo". Tale condizione biologica, molto comune ai giorni nostri anche tra i giovani, è rappresentata da una RIDOTTA ATTIVITÀ CELLULARE sia delle ghiandole surrenali che della tiroide.

In altri termini, compare la STANCHEZZA fisica e psichica con la malinconia e l' apatia, gli stati d' ansia e l' irrequietezza, il nervosismo, le crisi depressive e di panico, l' insonnia. Tutti sintomi (segnali) che non sono limitati a pochi giorni, ma che durano nel tempo, logorando l' intero organismo e permettendo così alle malattie infettive e degenerative (cancro, ictus, infarto, diabete di tipo II, obesità, Parkinson, Altzehimer, e alle malattie autoimmuni della tiroide, del sistema nervoso, articolare, ecc.). di distruggere l' intero organismo. In questa situazione, definita di "ESAURIMENTO", la qualità della vita è compromessa. Arrivare a fine giornata è difficile, e lo è altrettanto ricominciare il giorno dopo.

Considerare l' uomo integrato, inteso come una globalità unitaria di funzioni vitali ossia un insieme di psiche, soma e spirito interagenti tra loro, è stata una RISCOPERTA di questi tempi e dovrà far rivedere l' intero approccio medico alla malattie.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Artrite e mineralogramma

Il nome artrite significa “ articolazioni infiammate” e infatti queste possono essere coinvolte in un processo infiammatorio di tipo acuto, come quello che compare nell’ artrite reumatoide, o cronico tipico dell’ osteoartrite. Sicuramente la degenerazione delle componenti (osso e cartilagine) di un’ articolazione è conseguenza di molteplici squilibri che sono in parte identificabili attraverso un Mineralogramma.

L’ esposizione continua al Piombo, che è presente nell’ ambiente e può provocare intossicazione, condizione purtroppo molto diffusa tra la popolazione, è sicuramente una delle cause. Questo metallo tossico è in grado di provocare gravi reazioni infiammatorie nei tessuti in cui si accumula.

Il tessuto osseo e le articolazioni sono i posti elettivi di questo deposito, perché il Piombo è in grado di sostituirsi al Calcio nella matrice delle ossa, ma è anche in grado di attivare l’ enzima jaluronidasi che, a sua volta, altera la struttura del collagene che forma la capsula articolare. Certamente questo metallo tossico può essere la causa scatenante di qualsiasi collagenopatia.

Anche l’ eccesso di Rame e di Ferro è stato messo in relazione con l’ artrite. Nel primo caso, avviene una dissoluzione delle proteine che formano la cartilagine; nel secondo caso, il Ferro in eccedenza tende a depositarsi nelle articolazioni provocando dolore e rigidità.

Ritrovarsi in carenza di vitamina C è un evento assai comune. Questa fondamentale vitamina è massicciamente distrutta in condizioni di stress (chimico, fisico, psichico, ecc.) venendo così a mancare uno dei più efficaci mezzi per impedire l’ accumulo (azione chelante) nell’ organismo del Piombo, ma anche del Rame e del Ferro. Un’ altra fondamentale azione biologica della vitamina C è la sua capacità di mantenere integro il collagene delle cartilagini, ma anche quello della pelle e dei vasi sanguigni.

Con il Mineralogramma, inoltre, è possibile stabilire se nell’ individuo prevale l’ azione del Sistema Nervoso Simpatico (eccitante) oppure del Parasimpatico (calmante).

Nel primo caso è presente un iperattività cellulare degli ormoni della tiroide e delle surrenali che comporta una eccessiva presenza di Sodio e di Potassio nei tessuti. Questa condizione provoca:
  •     Perdita di Calcio, Zinco e Rame (con ritenzione eccessiva di Sodio e Potassio).
  •     Iperacidità dei tessuti che favorisce ulteriormente la perdita di Calcio.
  •     Condizione infiammatoria di fondo che favorisce la malattia articolare acuta.

Nel caso sia il Sistema Nervoso Parasimpatico a prevalere, la situazione è opposta alla precedente:
  •     Perdita di Sodio e Potassio.
  •     Tendenza a trattenere il Calcio nei tessuti.
  •     La condizione di alcalosi tissutale favorisce il deposito di Calcio nelle        articolazioni provocando la loro degenerazione cronica.

Infine ricordiamo che le corrette abitudini alimentari sono sempre di fondamentale importanza per prevenire un numero sempre maggiore di patologie, perché il nesso tra malattia e cibo è, e sarà, sempre più stretto.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Ambiente, "nanoparticelle" e "nanopatologie"

Di recente, è stato eseguito, da parte di ricercatori dell’ Università di Modena, uno studio sulle cosiddette “nanoparticelle” emesse nell’ ambiente.

Le particelle che sono liberate naturalmente in atmosfera dai vulcani attivi, dagl’ incendi, dall’erosione delle rocce, dalla sabbia sollevata dal vento, ecc. sono piuttosto grossolane. Spesso più sottili e normalmente assai più numerose, sono le particelle originate dalle attività umane, soprattutto quelle che prevedono l’impiego di processi ad alta temperatura.

Tra questi processi, il funzionamento dei motori a scoppio, dei cementifici, delle fonderie e degl’inceneritori.o ”termovalorizzatori, ma anche come conseguenza di esplosioni.

Al proposito è stato creato il termine "nanopatologie" che non significa “piccole malattie”, bensì le malattie provocate da micro- e nanoparticelle inorganiche che sono riuscite, per inalazione od ingestione, ad insinuarsi nell’organismo e si sono stabilite in un organo o in un tessuto  Le conseguenze che queste vere e proprie intossicazioni comportano, possono essere devastanti, non ultimie vari tipi di cancroTra queste emissioni nocive, una parte considerevole è composta da metalli pesanti (cadmio, mercurio, arsenico, piombo, alluminio, nichel) che raggiungono con etrema facilità i loro bersagli che possono essere il cuore e i vasi sanguigni, il sistema immunitario, le ossa, le ghiandole, il sistema nervoso ed entrare in competizione con l’ assorbimento di minerali indispensabili alla vita come il magnesio, lo zinco, il ferro, lo zolfo, il selenio, il rame, ecc.

Chiunque viva in un centro industrializzato sa bene che quando l’inquinamento atmosferico supera una determinata soglia non è più permesso usare le automobili.

Ciò che le autorità locali generalmente controllano è la quantità di PM-10 (vale a dire materiale particolato da 10 micron di diametro) sospeso nell’aria, ma, purtroppo, esiste una polvere quattro volte più fine, chiamata PM-2,5, che è molto più pericolosa, e, di regola, più una polvere è sottile, più alta è l’insidia che reca

I concetti fondamentali da ricordare sono:
  1. Qualsiasi combustione provoca la formazione di particolato.
  2. Più elevata è la temperatura, minore è la dimensione delle particelle prodotte.
  3. Più la particella è piccola, più questa è capace di penetrare nelle cellule di cui sono composti gli organi.
Il diametro medio di un atomo, è di un decimo di miliardesimo di metro.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Ambiente, cibo e salute

I minerali, dal calcio e magnesio (quelli più numerosi all’ interno delle cellule dopo il potassio) agli elementi presenti in traccia come lo zinco, sono forse il singolo gruppo di nutrienti più importante per la nostra vita. Molti di coloro che vivono in questo tempo, sono nati con carenze di minerali vitali e con un’ elevata presenza di metalli tossici. Questo è potuto succedere perchè erano carenti ed intossicate le loro madri.

In pratica, oggi, ogni alimento è meno ricco di minerali traccia rispetto a 100 anni fa. Tutto ciò è stato documentato in libri come Empty Harvest (Raccolti Vuoti). Ricerche effettuate dal Dr. Weston Price, riguardanti tribù primitive in stato di salute, hanno evidenziato che essi introducevano da 5 a 10 volte più minerali che le popolazioni moderne. Quando l’ alimentazione è carente di minerali vitali, il corpo trattiene quelli tossici che provengono dall’ ambiente esterno. In questi anni siamo esposti a livelli di metalli tossici ed inquinanti come mai prima è avvenuto su questo pianeta. Lo stress provoca nel nostro corpo, un maggior consumo di minerali. Lo zinco (effetto calmante) è eliminato in pochi minuti in una situazione stressante. Il calcio ed il magnesio (effetto sedativo) vengono eliminati con le urine in coloro che si trovano in una situazione psicologica che viene definita reazione di “fuga-attacco”.

Recenti ricerche dell’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che un bambino su tre è malato d’ inquinamento che può iniziare già nel grembo materno (via placenta). L’ embrione infatti, è particolarmente suscettibile a danni da inquinanti ambientali a causa della rapida moltiplicazione e crescita delle sue cellule.

Gli eccessi, le carenze e la presenza di metalli tossici portano sicuramente ad uno stato di salute cagionevole inducendo uno scadimento nella qualità della vita in tutti i suoi aspetti, sia fisici che psichici. La “strategia” che può dimostrarsi vincente, è quella di avere un’ alimentazione meno “industriale” possibile, non usare utensili inquinanti (teflon, alluminio) per la cottura, integrare, quando necessario, la propria dieta con minerali e vitamine naturali, per poter compensare “le spese” che ogni giorno il nostro organismo deve sostenere. Semplificare la vita,rallentare i ritmi e ridurre gli stress è più facile a dirsi che a farsi, ma per molti è una via obbligata per poter continuare a vivere in uno stato di salute ed efficienza.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Alluminio: usi e abusi

In questo periodo storico che ci pone l’ enorme problema dello smaltimento dei rifiuti, uno dei fattori più misconosciuti della vita quotidiana è proprio l’ incidenza che può avere la presenza di vari metalli in quello che mangiamo e beviamo. L’ alluminio è uno dei metalli di più recente introduzione nel contesto quotidiano. Sembra che in media ognuno di noi ingerisca senza saperlo almeno 20 milligrammi di alluminio al giorno. Possiamo assumerlo attraverso il cibo, l’ aria, l’ acqua ma anche attraverso la pelle, Oggi siamo circondati da tale metallo, che è entrato in modo prepotente nell’ uso industriale dopo la prima guerra mondiale, quando le fabbriche di materiale bellico di alluminio cominciarono a ristrutturare la loro produzione, sfornando utensili di alluminio che hanno invaso le cucine di gran parte dei paesi cosiddetti avanzati. Quanto alluminio può tollerare l’ organismo umano e preso sotto che forma?  Il numero di studi condotti sugli effetti di questo metallo sulla salute umana è davvero incredibile, sia in Europa e in Italia (Prof. Zatta del C.N.R. – Alluminio e neurodegenerazione – Prima Conferenza Internazionale - Settembre 2000) che nel Nordamerica dove la possibile associazione alluminio-morbo di Alzheimer (decine di migliaia di casi in Italia) o altre forme di demenza senile, ma anche alterazioni del comportamento, osteoporosi, cancro e anemia sta prendendo sempre più consistenza. Un test per valutare l’ accumulo nei tessuti umani dell’ alluminio, che si sta sempre più imponendo tra la comunità scientifica più avvertita, è il Mineralogramma (in inglese Tissue Mineral Analysis o TMA).

L’ alluminio dovrebbe cominciare a preoccuparci perchè l’ utilizzo quotidiano senza alcun criterio di utensili (pentole e contenitori tipo vaschetta, lattine per bibite acide, moka per la preparazione del caffè, rotoli di alluminio per cucina, acqua potabile, farmaci, vaccini, deodoranti, cosmetici, ecc.) non può che portare ad un suo micidiale accumulo nell’ organismo umano. Ricordo che l’ additivo E 173 è il numero identificativo per l’ alluminio.

Di fronte al problema alluminio-salute, come in tanti altri casi, la risposta di governi e istituzioni sarà quella classica a cui siamo ormai abituati, anni di indugio mentre le varie commissioni di ricerca continueranno nel balletto di dati per anni e questo in contraddizione con i rapidi mutamenti delle conoscenze scientifiche. Concludo con una frase che non può non far riflettere: la verità ha sempre buone probabilità di imporsi, anche se a volte occorrono decenni.

Dr. Silvio Colussi MD-TM