In questo periodo storico che ci pone l’ enorme problema dello smaltimento dei rifiuti, uno dei fattori più misconosciuti della vita quotidiana è proprio l’ incidenza che può avere la presenza di vari metalli in quello che mangiamo e beviamo. L’ alluminio è uno dei metalli di più recente introduzione nel contesto quotidiano. Sembra che in media ognuno di noi ingerisca senza saperlo almeno 20 milligrammi di alluminio al giorno. Possiamo assumerlo attraverso il cibo, l’ aria, l’ acqua ma anche attraverso la pelle, Oggi siamo circondati da tale metallo, che è entrato in modo prepotente nell’ uso industriale dopo la prima guerra mondiale, quando le fabbriche di materiale bellico di alluminio cominciarono a ristrutturare la loro produzione, sfornando utensili di alluminio che hanno invaso le cucine di gran parte dei paesi cosiddetti avanzati. Quanto alluminio può tollerare l’ organismo umano e preso sotto che forma? Il numero di studi condotti sugli effetti di questo metallo sulla salute umana è davvero incredibile, sia in Europa e in Italia (Prof. Zatta del C.N.R. – Alluminio e neurodegenerazione – Prima Conferenza Internazionale - Settembre 2000) che nel Nordamerica dove la possibile associazione alluminio-morbo di Alzheimer (decine di migliaia di casi in Italia) o altre forme di demenza senile, ma anche alterazioni del comportamento, osteoporosi, cancro e anemia sta prendendo sempre più consistenza. Un test per valutare l’ accumulo nei tessuti umani dell’ alluminio, che si sta sempre più imponendo tra la comunità scientifica più avvertita, è il Mineralogramma (in inglese Tissue Mineral Analysis o TMA).
L’ alluminio dovrebbe cominciare a preoccuparci perchè l’ utilizzo quotidiano senza alcun criterio di utensili (pentole e contenitori tipo vaschetta, lattine per bibite acide, moka per la preparazione del caffè, rotoli di alluminio per cucina, acqua potabile, farmaci, vaccini, deodoranti, cosmetici, ecc.) non può che portare ad un suo micidiale accumulo nell’ organismo umano. Ricordo che l’ additivo E 173 è il numero identificativo per l’ alluminio.
Di fronte al problema alluminio-salute, come in tanti altri casi, la risposta di governi e istituzioni sarà quella classica a cui siamo ormai abituati, anni di indugio mentre le varie commissioni di ricerca continueranno nel balletto di dati per anni e questo in contraddizione con i rapidi mutamenti delle conoscenze scientifiche. Concludo con una frase che non può non far riflettere: la verità ha sempre buone probabilità di imporsi, anche se a volte occorrono decenni.
Dr. Silvio Colussi MD-TM
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