lunedì 25 gennaio 2016

Telefoni cellulari, videotelefonini, cordless, Wireless, Wi-Fi, etc.

I telefoni cellulari, come tutte le apparecchiature che trasmettono senza filo (cordless, Wi-Fi, Wireless, etc.), si avvalgono di emissione di onde radio per trasmettere dati digitali, e i pericoli dell’ esposizione ai Campi Elettromagnetici (CEM) sono noti da prima del 1950 perchè utilizzati per scopi militari e i rischi per la salute connessi ai radar sono ben conosciuti dagli “addetti ai lavori” fin dal 1960. Ma pochi ricercatori hanno voluto focalizzare queste evidenze, e l’ industria dei cellulari ha seguito le orme di quella del tabacco, negando con forza la possibilità di un qualsiasi rischio.

E’ utile ricordare che il “business” dell’ industria delle Telecomunicazioni è persino maggiore del “Cartello” delle Multinazionali dei farmaci, e così lo è la loro influenza a livello di Stati e Governi.

L’ Italia è al primo posto nel mondo in quanto a numero di telefoni cellulari per abitante e di “ripetitori”, antenne montate su pali e tralicci, denominati “stazioni-radio-base” (SBR) per chilometro quadrato, superando di 5-10 volte nazioni tecnologicamente più avanzate (Germania, Inghilterra, USA) ed è preceduta in questa classifica solo dalla città di Hong-Kong.

Molti scienziati ormai ritengono che l’ aumentata esposizione a questo tipo di radiazioni sia molto più preoccupante per la salute degli umani, di quella che era, ed è, quella al tabacco.

La parte dello spettro elettromagnetico “sfruttato” dai telefoni cellulari e da altri strumenti senza filo usati per comunicare, non si trova spontaneamente sulla superficie terrestre – a rigor di logica se questo avvenisse, creerebbe troppa interferenza per il funzionamento dei cellulari.

In particolar modo le onde a bassissima frequenza usate effettivamente per trasmettere la propria voce o altri dati, conosciute come “Information Carrying Radio Waves”, non sono frequenze riscontrabile in natura. E’ per questo che il nostro corpo non è biologicamente strutturato per proteggerci dalle radiazioni elettromagnetiche con queste caratteristiche.

Ancora più importante è l’effettiva rarità di queste frequenze sulla superficie terrestre che le ha rese ideali per il nostro corpo che le utilizza come sistema di “comunicazione interna”, ed è per lo stesso motivo che i cellulari le usano: per mancanza di interferenze.

Ma poichè le comunicazioni “senza filo” create dall’uomo sono largamente diffuse, le interferenze sono enormemente aumentate.

Una serie di circuiti elettrici, di campi elettromagnetici, sovraintendono a tutte le funzioni cellulari degli organi e delle cellule. La divisione cellulare avviene attraverso dei meccanismi di scambio di ioni, che creano correnti elettriche, così come il passaggio attraverso le membrane cellulari delle sostanze di cui la cellula si nutre.

Le nostre cellule sono inoltre provviste di due tipi di recettori (antenne):

- recettori chimici e recettori vibrazionali.

I recettori chimici rispondono a segnali biochimici, e i recettori vibrazionali, che sono formati da ciglia microscopiche, più sottili dei capelli, reagiscono alle vibrazioni elettromagnetiche.

Quando uno stimolo “Carrying Radio Wave” colpisce un recettore delle ciglia vibrazionali, quest’ultimo entra in risonanza. Poiché questa forma di radiazione non è naturale, le nostre cellule non la riconoscono e la percepiscono come una minaccia potenziale. Esse reagiscono “sigillandosi” interrompendo cioè, la loro capacità di interagire con le altre cellule.

La reazione di chiusura delle cellule, sviluppatasi come risposta a breve termine all’immediato pericolo, non era stata concepita come protezione contro un persistente segnale di comunicazione “senza fili”, e in poco tempo queste cellule che si sono sigillate, iniziano a morire per mancanza di nutrienti e per il fatto che le tossine, la presenza di metalli tossici e quella dei radicali liberi prodotti al loro interno, non possono più essere espulsi.

La mancanza di comunicazione tra le cellule del corpo può non solo interferire con il funzionamento del sistema tissutale o di interi organi, ma anche distruggerli.

I dati epidemiologici prodotti negli ultimi anni da autorevoli Ricercatori indipendenti, cioè non legati agli interessi delle industrie della telefonia mobile, hanno già evidenziato un aumento ben più consistente (100-200% e anche di più) del rischio di forme tumorali estremamente invasive del cervello e del nervo acustico

Riporto quanto detto in un intervista dal Prof. Angelo Gino Levis, biologo e docente di Mutagenesi Ambientale alla Facoltà di Scienze dell’ Università di Padova, vicepresidente della A.P.P.L.E. (Associazione per la Prevenzione e la lotta all’ Elettrosmog) e membro della Commissione Oncologica Nazionale:

“Il telefono cellulare è certo una delle fonti elettromagnetiche potenzialmente più dannose se non viene usato con particolari cautele”.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

Nessun commento:

Posta un commento