lunedì 25 gennaio 2016

La soia: crollo di un "mito"

Da tempo, sempre più esperti internazionali di Nutrizione sono convinti che non sia più accettabile quanto di positivo è stato finora detto e scritto sui benefici del consumo della soia, e di gran parte dei suoi derivati. Tra le più autorevoli fonti di quanto scritto, annovero la “The Weston A. Price Foudation”, Centro di Ricerca statunitense fondato dal Dr. Weston Price nel 1999, e punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di Nutrizione umana al di fuori dei condizionamenti imposti dalle multinazionali del settore.

Ecco un elenco sintetico di quanti e quali pericoli a cui si può andare incontro consumando la maggior parte dei prodotti derivanti dalla soia.

  •     L’ elevata presenza di acido fitico nella soia riduce l’ assorbimento di calcio, magnesio, rame, zinco e ferro. L’ acido fitico di questo legume non viene distrutto dai normali metodi di preparazione, ma solamente quando i fagioli della soia subiscono la fermentazione. Diete con elevata presenza di fitati ha provocato problemi di crescita nei bambini.
  •     La presenza di inibitori della tripsina interferiscono con la digestione delle proteine e possono provocare alterazioni pancreatiche. Test eseguiti negli animali hanno dimostrato che il consumo di soia contenente inibitori della tripsina ha provocato una crescita stentata.
  •     I fitoestrogeni della soia alterano le funzioni endocrine (ormonali) e potenzialmente possono provocare infertilità, ma anche promuovere la formazione del cancro al seno nelle donne adulte.
  •     I fitoestrogeni della soia sono potenti sostanze antitiroidee che inducono ipotiroidismo e possono provocare il cancro della tiroide. Nei bambini piccoli, il consumo di prodotti a base di soia (latte) è stato messo in relazione con una patologia autoimmune della tiroide.
  •     Gli analoghi della vitamina B12 presenti nella soia non sono assorbibili, ma ne fanno aumentare la richiesta della medesima.
  •     Gli alimenti a base di soia aumentano il fabbisogno della vitamina D. Una forma sintetica e tossica di vitamina D è aggiunta al latte di soia.
  •     Le fragili proteine della soia vengono particolarmente alterate (denaturate) durante i trattamenti ad alta temperatura per produrre proteine isolate e proteine vegetali testurizzate.
  •     Il trattamento delle proteine della soia comporta la formazione della lisinalanina, sostanza tossica, e di nitrosamine altamente cancerogene.
  •     Durante la lavorazione della soia si forma il Glutammato Monosodico (MSG) sostanza riconosciuta come potente neurotossina ed ulteriori quantità vengono aggiunte a molti prodotti a base di soia per correggerne il sapore poco gradevole.
  •     Gli alimenti derivati dalla soia contengono elevate quantità di alluminio, metallo molto tossico per i reni e per il sistema nervoso.

Dr. Silvio Colussi MD-TM

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